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A livello internazionale, la Direzione del Partito Comunista si è chinata di nuovo sul conflitto in Ucraina confermando la propria preoccupazione per l’evolversi della situazione. Dopo il golpe fascista di febbraio, la repressione delle forze democratiche prima e dopo le elezioni farsa, i sanguinosi attentati ai danni dei sindacati e della minoranza russa del Paese, la giunta di Kiev sta ora aprendo addirittura i campi di concentramento in pieno stile nazista. La nostra solidarietà va al Partito Comunista Ucraino e al suo segretario Petro Simonenko: la giunta golpista sta procedendo infatti alla sua messa al bando.

Le continue provocazioni alle frontiere della Federazione Russa servono ai piani imperialisti statunitensi che potrebbe voler provocare una guerra in Europa. Ribadiamo che la crisi in Ucraina è voluta da Washington per bloccare il rifornimento energetico russo all’Europa, inchiodando così in modo ancora più vincolante il Vecchio Continente al petrolio e al gas nordamericano. In questo modo si tenta di evitare lo sviluppo dell’asse Berlino-Mosca-Pechino che potrebbe accerchiare Washington.

Il confronto inter-imperialista non riguarda la Russia, ma bensì l’imperialismo americano da un lato e quello europeo dall’altro. Una contraddizione che Russia e Cina, abilmente, stanno cercando di favorire così da indebolire le prassi guerrafondaie e neo-coloniali dei paesi occidentali contro i paesi emergenti e non allineati.

In tal senso si costata che i fatti occorsi riaffermano interamente la validità delle riflessioni sullo sviluppo del imperialismo contemporaneo, che marcavano il 22° Congresso (novembre 2013) del nostro Partito, che riteneva necessario “il tentativo di tornare a collegare il marxismo-leninismo alla vita di tutti i giorni della maggioranza degli individui. Un compito difficile ma nel contempo facilitato dal progressivo inasprirsi della lotta di classe e della nuova suddivisione del mondo in gruppi geopolitici contrapposti, in cui il ruolo avanzato della Cina socialista e dei BRICS rappresenta una grande speranza di pace”.

Di fronte all’imperialismo sempre più bellicoso è necessario raddoppiare l’attività degli amici della pace: in tal senso occorre rilanciare il Movimento Svizzero per la Pace in questo 100° anniversario della Prima guerra mondiale e riappellandoci ai giovani affinché non diventino complici dell’esercito svizzero (alleato della NATO e del regime sionista di Israele) e rifiutino l’arruolamento chiedendo di prestare servizio civile al fianco delle fasce sociali più deboli del nostro Paese.

La Direzione del Partito Comunista osserva infine che la notevole campagna mediatica scatenata contro la Russia, la Cina e altri paesi BRICS (di recente anche il Brasile con la scusa dei mondiali di calcio) si è nettamente intensificata: si stabilisce quindi di impegnare il Partito Comunista in nuove forme di cooperazione internazionale con i paesi anti-imperialisti. In tal senso inizieremo subito nel mese di agosto con il rispondere alla recente russofobia che ha coinvolto il Festival del Film di Locarno: il Partito Comunista sosterrà quindi la rassegna del cinema sovietico ad Ascona patrocinato dalla cineteca statale “Gosfilmofond” di Mosca e dal Centro cultuale “Il Rivellino” di Locarno.

 

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