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Introduzione

Partiamo da queste premesse:

  1. Nella lotta alla violenza contro le donne è necessario un lavoro culturale e peculiare su entrambi i generi, tenendo sempre ben in chiaro la finalità comune dell’eguaglianza dei diritti tra i sessi a livello sociale, economico e culturale.
  2. Le situazioni di povertà successive ad un divorzio sono in crescita e spesso l’uomo ne risulta particolarmente marginalizzato, abbandonato da moglie e figli e tradizionalmente con più difficoltà ad attivare una rete sociale in caso di bisogno. Egli ricorrerà meno volentieri all’aiuto di parenti e farà più fatica ad esternare il proprio disagio.
  3. Se già esistono in Ticino strutture che offrono alle donne maltrattate un luogo sicuro e un supporto (ad es. Casa Armonia), si fa ancora toppo poco per prevenire in generale le situazioni di violenza domestica: a chi può infatti rivolgersi un uomo solo e in stato di bisogno prima che decida di scaraventare tutta la propria rabbia sulla compagna?
  4. Bisogna essere consapevoli che lavorare con gli uomini è da intendersi come una prosecuzione di quanto già oggi si fa per favorire relazioni tra uomini e donne basate sull’idea dell’eguaglianza dei diritti nel rispetto delle differenze.

 

Alcuni approcci possibili

Esistono più approcci possibili per affrontare il tema di questa mozione: a Oslo in Norvegia esiste ad esempio „Alternative to violence“, un approccio anche di tipo psicoterapeutico e psicologico verso gli uomini violenti che individua nella violenza maschile un’origine culturale e utilizza una metodologia basata sull’assunzione di responsabilità dei comportamenti violenti. Poi vi sono approcci più sociali: come quello sviluppatosi a partire dal settembre 2017 con la collaborazione dell‘Azienda Pubblica di Servizi alla Persona del Comune di Bologna, che si concepisce quale centro di ascolto e aiuto per uomini che usano violenza nelle relazioni intime contro donne e/o minorenni. Oppure una variante sociale più generica è quella adottata in provincia di Verona con una struttura per accogliere gli uomini soli, senza lavoro e con problemi economici, in risposta soprattutto all’emergenza abitativa ma senza un intervento mirato su chi è a rischio di comportamenti violenti o discriminatori verso le donne.

Richiesta della mozione

Questa mozione chiede al Consiglio di Stato di studiare la possibilità di creare una casa d’accoglienza e ascolto per uomini soli. Si tratta di fornire un luogo per l’accoglienza laddove si presenti una situazione precaria, prima che divenga disperata, per l’ascolto e l’accompagnamento di una sofferenza, prima che si risolva in un gesto irreparabile in ambito domestico contro le donne o i minori”.

Per il Partito Comunista
Massimiliano Ay

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