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La difesa del Venezuela è oggi più che mai lo spartiacque fra la sinistra cosmopolita (a parole) e filo-atlantica (nei fatti) da un lato, e la sinistra anti-imperialista (a cui il Partito Comunista si riconosce) dall’altro.

E’ lo spartiacque anche fra chi crede nel socialismo come semplice idea, e chi invece sul socialismo ragiona in termini materialistici di rapporti di forza e di concreta costruzione dello stesso, pur con la dovuta gradualità e consci delle contraddizioni e dei compromessi necessari.

E’ lo spartiacque fra chi riconosce la democrazia liberale come unica forma di governo legittima, e chi riconosce invece il fatto che una democrazia socialista si realizza soprattutto nella rappresentanza di classe fra tutte i settori sociali di una nazione.

Ecco perché insistiamo nel dire che il Venezuela deve riguardarci da vicino: l’esperienza bolivariana (e l’attacco bi-partisan e presuntamente “intellettuale” che essa subisce oggi) ci deve aiutare non solo nelle nostre riflessioni sul rinnovamento necessario della sinistra svizzera ed europea, ma anche a ripensare – e non è per nulla evidente alle nostre latitudini – il patriottismo come concetto progressivo, senza più regalarlo alla destra nazionalista.

Ci insegna anche a tornare alla nostra cultura politica rigorosa, socialista scientifica, che la post-modernità ha voluto distruggere.

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