Revoche illegali di permessi di lavoro e di residenza, diniego di diritto all’accesso alle assicurazioni sociali, decisioni maturate nel totale disprezzo della giurisprudenza. La discriminazione fatta regola, lo stato di diritto calpestato. Queste alcune delle denunce portate in piazza dalle centinaia di persone che manifestarono contro le politiche del Dipartimento delle Istituzioni nell’ottobre del 2017, rispondendo all’appello di un comitato unitario che raggruppava numerose associazioni, sindacati e partiti, tra cui quelle che oggi firmano questo nuovo appello. Perché nulla è cambiato, perché la situazione è al contrario ulteriormente peggiorata.
Come dimostrato anche dalla trasmissione Falò il 3 settembre scorso, le politiche del DI, sostenute dal Governo cantonale, hanno sistematizzato una prassi tipica di uno stato di polizia, in totale spregio delle leggi, della giurisprudenza consolidata e di tutte le altre garanzie che ogni stato di diritto deve assicurare a tutti e tutte contro ogni abuso di potere.
Le politiche del DI, attuate sulla base di una chiara scelta politica, hanno lo scopo di precarizzare sempre di più le lavoratrici e lavoratori, colpendo per primi gli stranieri, in modo da renderli più deboli e ricattabili. Un attacco ai diritti di tutte e tutti noi, perché attaccando una parte delle lavoratrici e dei lavoratori del cantone, si mettono in pericolo i diritti di tutte e tutti. Dividere la classe lavoratrice, alimentare una guerra tra poveri, per indebolire quell’unità necessaria alla difesa degli interessi collettivi: un disegno ben conosciuto e fin troppo chiaro, emerso in modo inconfutabile in tutta la sua squallida completezza nelle ultime settimane.
Per stessa ammissione del Consigliere di Stato Norman Gobbi infatti, l’applicazione del diritto è stato ed è ancora sottomesso a valutazione politica, a scelta di campo. Una vergognosa applicazione classista del diritto e un utilizzo sconsiderato e inaccettabile delle istituzioni, che devono essere sanzionati da chi queste istituzioni pretende rappresentare.
Per questo motivo le organizzazioni firmatarie di questo appello organizzeranno un picchetto antirazzista e per il ripristino della legalità in contemporanea alla riunione dell’ufficio Presidenziale del Gran Consiglio che deciderà dell’attivazione dell’alta sorveglianza sul consiglio di Stato. Il picchetto si svolgerà lunedì 21 settembre a partire dalle ore 12 davanti al palazzo dei Congressi di Lugano.
Aderiscono: Forum Alternativo, Giovani Verdi, GISO, Movimento per il Socialismo, Partito Comunista, Partito Socialista, Partito Operaio e Popolare, syndicom, Unia, USS, Verdi, VPOD
Sabato 31 ottobre si terrà una manifestazione sindacale a sostegno del personale sociosanitario davanti a Palazzo Federale a Berna, nello stretto rispetto delle norme sanitarie in vigore.
La pandemia ha sottolineato l’
Chi vuole viaggiare in treno verso Berna deve assolutamente contattare il Sindacato VPOD Ticino entro e non oltre venerdì 23 ottobre, ore 9.00.
Domenica 17 gennaio a partire dalle ore 15:00 (orario svizzero) si terrà una conferenza online organizzata dal World Anti-Imperialist Youth Union (WAYU): il Professor Atul Sood dell’Università Jawaharlal Nehru e la compagna Navkiran Natt dell’Associazione della Gioventù Rivoluzionaria.
Per partecipare e ottenere l’invito alla conferenza Zoom scrivere a: gioventu.comunista@gmail.com
ATTENZIONE: La conferenza si terrà esclusivamente in lingua inglese!
- Adriana Bernardeschi, direttrice di “La Città Futura”
- Bruno Casati, presidente Centro Culturale “Concetto Marchesi”
- Rolando Giai Levra, direttore di “Gramsci Oggi”
- Fosco Giannini, direttore “Cumpanis”
- Alberto Lombardo, direttore de “La Riscossa”.
- Alessandro Pascale, direttore “Storia Universale”
- Marco Pondrelli, direttore di “Marx XXI”
- Marco Rizzo, Segretario Generale Partito Comunista (Italia)