Una delegazione del Partito Comunista è stata ospite ad Ankara in Turchia, per una riunione con il presidente della Confederazione dei Sindacati Operai di Turchia (Türk-Is) così come dell’Ordine degli Avvocati (Barreau) attualmente impegnato nella lotta per la tutela del laicismo. Il presidente del sindacato Türk-Is ha spiegato come fra le vittime del tentato golpe del luglio 2016 orchestrato dagli Stati Uniti e dalla setta islamista di Fethullah Gülen siano stati assassinati anche sei sindacalisti e come il sindacato operaio in Turchia riconosca la lotta contro l’imperialismo per la propria sovranità e integrità territoriale delle nazioni.
Ad Ankara – unitamente al leader all’Unione della Gioventù di Turchia (TGB) Cem Dikmen – è stata anche reso omaggio al Mausoleo di Mustafa Kemal Atatürk, comandante della lotta anti-coloniale e fondatore nel 1920 del primo Partito Comunista Turco (TKF). Inoltre si è proceduto a una visita all’Assemblea Nazionale, nei luoghi in cui essa venne bombardata durante il tentato colpo di stato islamista e filo-americano di due anni fa.
E’ dal 2012 che il nostro Partito invia regolarmente dei delegati in Turchia perché avevamo ritenuto che sarebbe diventato uno dei centri più interessanti della lotta all’imperialismo atlantico. In effetti le nostre previsioni si sono avverate: l’anno successivo la Turchia fu scossa dalle memorabili proteste di Gezi Park che tematizzavano la critica all’UE e agli USA; poi ci fu il periodo delle lotte studentesche e operaie in solidarietà ai militari ostili alla NATO (processi Ergenekon e Balyoz); poi scoppiò il conflitto fra le due anime della borghesia islamica (cioè fra Fethullah Gülen e Recep Tayyip Erdogan) che fu il preludio del tentato colpo di stato necessario, negli intenti dei promotori, a ostacolare l’avvicinamento della Turchia alla Russia e alla Cina.
La delegazione svizzera ha pure partecipato – questa volta invece nella città di Istanbul – al 2° Congresso dell’Unione Mondiale dei Giovani contro l’Imperialismo a cui hanno assistito 25 organizzazioni da tutto il mondo. Fra gli altri vi erano esponenti del Partito Nazionale Progressista “Tagammu” dell’Egitto, del Partito “Vatan” di Turchia, del Partito Socialista Siriano, del Partito Comunista del Nepal (Unità Marxista-Leninista), del Partito Comunista della Giordania, del Partito dei Lavoratori del Bangladesh, del Partito Comunista Indiano (Marxista-Leninista), del Partito “Patria para Todos” dell’Argentina, ecc. Un messaggio di augurio è arrivato persino da Pyongyang a firma della Lega giovanile del Partito del Lavoro di Corea.
I temi forti hanno riguardato la stabilità economica dei paesi emergenti, la lotta al separatismo etnico e la resistenza alle ingerenze neo-coloniali di USA e UE in Medio Oriente. Il nostro Partito ha spiegato in particolare il ruolo della Svizzera nella cooperazione economica con l’area euroasiatica e si valuterà ora la fattibilità di costruire relazioni anche con la Camera di Commercio Euroasiatica. Il nostro compagno Giulio Micheli ha presieduto un panel di discussione sul multipolarismo e il nostro segretario Massimiliano Ay ha tenuto una relazione sul diritto allo studio e la precarietà del mondo del lavoro in Europa.
Il Congresso ha inviato un messaggio di solidarietà pure agli studenti svizzeri in lotta per le borse di studio e contro l’aumento delle rette universitarie, così come ai prigionieri politici in Argentina e ha visto partecipare ai propri lavori anche l’Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Turchia e dal candidato dell’opposizione laica alle prossime presidenziali turche Dogu Perinçek.
wayu_finaldeclaration_ita