C’è chi – attivo in quella parte di sinistra “urlata” – ritiene prioritario oggi “fare pulizia nel sindacato dei servizi pubblici” e suggerisce di rassegnare le dimissioni in massa dalla VPOD Ticino per protesta a seguito del voto sulla riforma fiscale.
Mai si è visto un sindacalista, il cui lavoro dovrebbe consistere nell’incitare all’organizzazione lavoratori e fasce popolari, invitare invece a indebolire una federazione dell’Unione Sindacale Svizzera (USS), senza prefigurare peraltro alcuna alternativa di classe e di massa.
Parliamoci chiaro: non esistono oggi le condizioni per costituire da zero un sindacato di base in Ticino e noi comunisti lavoriamo per l’unità sindacale, non certo per il frazionismo gruppettaro che confonde partito e sindacato.
Il Partito Comunista – lo diciamo qui affinché sia chiaro a tutti e non vi siano speculazioni – non favorirà mai le dimissioni, semmai – soprattutto in questa fase storica – incita tutti a impegnarsi in prima persona per portare le istanze di lotta all’interno delle federazioni dell’USS e a coordinarsi con una strategia realista (realista!) per incidere nella società e non solo per urlare slogan roboanti.
Si tratta di una decisione presa dal Congresso del nostro Partito del novembre 2013 e ad essa continuiamo a riferirci con coerenza e senso di responsabilità!
Dibattito sui sindacati fra i comunisti ticinesi: a netta maggioranza si impone la linea unitaria