Ebbene sì, sembra fantascienza, oppure un brutto sogno, ma purtroppo è tutto vero: l’agente di polizia che nel 2016 fece scalpore pubblicando sul suo profilo Facebook alcuni post celebranti il nazismo e il fascismo, tra poche settimane verrà promosso al grado di sergente maggiore.
Stando alla Polizia cantonale, il Consiglio di Stato ha attribuito all’agente tale incarico in ragione tanto delle «capacità professionali dimostrate nell’ultimo periodo della sua attività», quanto «del fatto che ha scontato le sanzioni comminategli».
Questa scelta, e specialmente la sua giustificazione, non possono non scandalizzarci! Infatti, rispondendo all’interrogazione del nostro granconsigliere Massimiliano Ay (“Il nazifascismo è solo un problema comunicativo?”, 27.01.2016) – il quale chiedeva quali misure sarebbero state adottate per impedire che all’interno del Corpo di polizia si infiltrassero fautori dell’eversione nazi-fascista–, il Consiglio di Stato affermava che “il bando di concorso per l’assunzione di futuri agenti di polizia richiede (…) una condotta compatibile con la funzione di agente di polizia e una buona reputazione, in particolare non devono risultare comportamenti incompatibili con la funzione a concorso (quali ad esempio una condotta disonorevole o il non rispetto di valori etici condivisi dalla società)”; e continuava: “la procedura di selezione per l’assunzione di futuri agenti di polizia prevede già attualmente un’inchiesta di polizia che accerta l’assenza di elementi o la presenza di precedenti incompatibili con la futura professione”.
Coerenza, questa sconosciuta! Com’è possibile che, nonostante queste ragionevoli parole, il CdS abbia deciso di promuovere il poliziotto in questione – lasciando l’amaro in bocca a molti colleghi, sicuramente piu meritevoli? Non ci si rende conto che in questo modo si danneggia la credibilità delle istituzioni, e in particolare quella del corpo di polizia?