Il Partito Comunista ha preso atto dell’approvazione della revisione della Legge sull’esercizio dei diritti politici (LEDP) da parte del parlamento ticinese. Si è trattato di una revisione di legge esageratamente prudente, in cui è mancato il coraggio politico di estendere le basi partecipative dei cittadini. Avremmo infatti auspicato l’estensione del diritto di voto ai 16enni (come da noi già ipotizzato una decina di anni fa), la diminuzione delle firme necessarie per referendum e iniziative popolari (oggi fra le più restrittive in un paragone intercantonale) e una regolamentazione più equa della propaganda dei partiti.
Tuttavia riconosciamo che la nuova LEDP migliora le garanzie per i cittadini all’estero, alleggerisce la burocrazia per chi vuole candidarsi nei consigli comunali, permette di sperimentare il voto elettronico (per quanto noi si sia resti scettici su tali modalità di voto) e soprattutto si aumenta il tempo a disposizione per esercitare le prerogative della democrazia diretta.
Alla nuova LEDP ora andrebbe implementata la proposta contenuta nella nostra iniziativa parlamentare del 22 gennaio 2018 depositata da Massimiliano Ay e intitolata “Equità nella propaganda dei partiti politici” in cui si chiede che, in occasione delle varie elezioni e di ciascuna votazione popolare, i Comuni mettano a disposizione di tutti i partiti politici, così come dei comitati o delle associazioni coinvolte da una specifica votazione, appositi spazi per l’affissione gratuita dei rispettivi manifesti di propaganda, favorendo il pluralismo ed evitando così che solo i partiti più ricchi possano fare informazione i cittadini.