Si è svolto lo scorso week-end il primo campeggio della Gioventù Comunista. Era da anni che si voleva organizzare un simile “ritiro” destinato ai militanti più giovani come momento di formazione politica e di aggregazione.
Si è rivelato essere un bell’ambiente conviviale ma anche molto serio, con voglia di approfondire, conoscere e ragionare assieme. Dopo gli ultimi mesi di intensa campagna elettorale, sono stati giorni di svago e discussioni interessanti, ai quali sono accorsi anche diversi nuovi giovani, che riflettono l’importanza da sempre attribuita alla preparazione politica di ampio respiro dei militanti.
Accanto ad un apprezzato cineforum su “Il giovane Marx”, i compagni della GC hanno preso parte a tre lezioni. La prima di esse, gestita dal compagno Massimiliano Ay, segretario del nostro Partito, riguardava il “trotzkismo”: di fronte all’avanzata elettorale sia del Partito Comunista sia del Movimento per il Socialismo (MPS) si voleva infatti illustrare le differenze che intercorrono fra il socialismo scientifico cui facciamo riferimento noi da un lato e la tradizione trotzkista dall’altro. È stata l’occasione per rispolverare alcuni concetti teorici come la differenza fra “rivoluzione ininterrotta” e “rivoluzione permanente”, la questione delle tappe nel processo rivoluzionario e del tipo di alleanze di classe possibili, nonché il tema della liberazione nazionale.
Dopodiché il compagno Edoardo Cappelletti ha tenuto una lezione sul peculiare leninismo che Antonio Gramsci ha saputo declinare alle nostre latitudini attraverso la riflessione sulla “egemonia culturale”, un concetto sempre valido per orientare la strategia della sinistra in questa fase storica. E’ stata l’occasione per ragionare, fra le altre questioni, sulla funzione sociale degli intellettuali e sul ruolo che giocano le sovrastrutture ideologiche nel processo di trasformazione sociale.
Infine il compagno Samuel Iembo – facendo tesoro delle sue dirette esperienze in Asia e nella penisola coreana in particolare – ha discusso le particolari forme con cui il socialismo viene concepito e applicato in Asia in un contesto culturale radicalmente diverso dal nostro.