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AGIE-Charmilles licenzia 14 lavoratori, fra cui residenti ultra-50enni con famiglia a carico. Vengono mantenuti invece i posti di lavoro precari occupati dagli interinali, così da esercitare una nuova pressione al ribasso sui salari e peggiorare le condizioni di impiego. Nel 2015 si era passati ai tagli salariali del 7% per chi non avesse accettato di lavorare tre ore settimanali in più a gratis. E dieci anni fa, nel 2009, erano stati licenziati circa un centinaio di lavoratori.

Con la presente interrogazione poniamo le seguenti domande al Consiglio di Stato:

1. Sono stati considerati gli effetti di un’eventuale chiusura dello stabile industriale? Se sì, come si possono quantificare? Se no quando si intende procedere?

2. AGIE-Charmilles ha goduto di sgravi o agevolazioni fiscali negli ultimi dieci anni?

3. Il governo ha valutato la possibilità da parte dell’ente pubblico di rilevare una partecipazione azionaria dell’aziende in questione?

4. Considerato il carattere strategico per il nostro tessuto produttivo dell’AGIE-Charmilles, come valuta il governo la possibilità di intavolare una trattativa con il gruppo Georg Fischer e con le autorità federali nell’ottica di rilevare il sito industriale losonese con la partecipazione del Cantone e della Confederazione rendendolo un’azienda pubblica?

Massimiliano Ay e Lea Ferrari, deputati in Gran Consiglio

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