Il Gran Consiglio ticinese ha approvato nella sua ultima seduta prima della pausa estiva il rapporto di maggioranza della Commissione Formazione e Cultura riguardo alla petizione del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) e all’iniziativa parlamentare della deputata PS Daniela Pugno Ghirlanda, le quali prevedevano un rafforzamento delle borse di studio.
Per quanto la Gioventù Comunista (GC) si possa dichiarare contenta dell’aumento del tetto massimo delle borse di studio da 16’000 a 20’000 franchi, non può affermare lo stesso della seconda proposta avanzata dal rapporto, ovvero quella di aumentare il frazionamento delle borse di studio al master in prestiti almeno al 25%. Questa proposta va infatti a disincentivare gli studenti del ceto medio-basso dal proseguimento degli studi in seguito al conseguimento di un Bachelor, oltre che a promuovere l’indebitamento giovanile.
Triste dunque come il PLR stia letteralmente sputando sul lavoro dei vecchi liberali radicali, che nel corso della storia ticinese avevano lottato per il diritto allo studio.
La Gioventù Comunista si era espressa decisamente contraria a questa misura al momento della pubblicazione del rapporto redatto dal giovane deputato PLR Fabio Käppeli. È per questo motivo che diversi esponenti della GC erano presenti sulle tribune del Parlamento a fianco del SISA. La GC continuerà a lottare assieme al sindacato studentesco per un vero diritto allo studio per tutte e per tutti, diritto sempre più minacciato dalla destra economica liberista.
Particolarmente preoccupanti in tal senso le parole espresse durante il dibattito dal deputato dell’UDC Sergio Morisoli, il quale ritiene che i prestiti vadano preferiti alle borse di studio e che si debbano incentivare soltanto gli studi in quei settori carenti di impiegati. Le borse di studio sono infatti per Morisoli niente più che un fondo perso, quando è più che condiviso dalla cultura liberale (e non solo dai comunisti) che i soldi in questo caso non sono a fondo perso, ma un investimento per il futuro. A questo si aggiunge la sua predica moralista fatta ai giovani, e condivisa da Fabio Käppeli, secondo cui i giovani non hanno voglia di lavorare e pretendono “il panino e il soldino”, come ha detto Käppeli in parlamento. Peccato che i due deputati non sappiano (o fanno finta di non sapere) che i 2/3 degli studenti hanno bisogno di lavorare durante gli studi accademici, con o senza borsa di studio, perché come detto durante la seduta del Gran Consiglio dal deputato PC Massimiliano Ay, il fabbisogno annuo di uno studente secondo l’Ufficio Federale di Statistica è di fr 25’000.- ossia ben oltre il massimo concesso attualmente dalle borse di studio! Il deputato Morisoli sogna quindi una vera e propria dittatura del mercato del lavoro, che dia la possibilità di studiare solo nei settori di interesse per l’economia. Insomma: chi è ricco studierà quel che preferisce, mentre chi non lo è si dovrà adattare riempiendo quei buchi che i primi non hanno occupato.
La Gioventù Comunista ci tiene ancora una volta a ricordare che il diritto allo studio dovrebbe essere concesso a chiunque, senza distinzioni di origine sociale. Gli investimenti nell’istruzione non sono affatto a fondo perso, come invece spesso afferma la destra economica, bensì permettono una maggiore specializzazione dei giovani ticinesi. Questo risulta infatti di fondamentale importanza, affinché il Ticino possa sviluppare un’economia ad alto valore aggiunto, che vada a sostituire l’attuale impostazione economica ticinese, che promuove soltanto sgravi fiscali alle grandi aziende, le quali non apportano nessun beneficio al tessuto economico ticinese.