Sull’ultimo numero della rivista “L’Altrascuola” (vedi allegato) distribuita recentemente nei licei cantonali dal Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) si legge di “eccessive pressioni sugli allievi delle prime liceo riguardo al loro impegno e rendimento” che vanno apparentemente oltre alle necessità educative e che anzi spingono a un senso di insicurezza negli adolescenti.
Stando alle segnalazioni vi sarebbero espressione poco rispettose della dignità degli studenti e inviti espliciti ad abbandonare il percorso formativo intrapreso già nelle prime settimane di scuola, con battute relative alla personale “inadeguatezza” fino a inviti a preferire scelte professionali comunemente considerate perlomeno come “precarie” (usando un eufemismo).
Anche a dipendenza del carattere del singolo giovane, queste critiche possono essere certamente fonte di miglioramento e di incitamento, ma spesso tendono anche a demotivare i ragazzi, creando loro disagio e senso di sfiducia nelle proprie possibilità, soprattutto quando ci si trova in un periodo di transizione fra scuole e sistemi scolastici diversi.
Il sindacato studentesco ha poi avanzato a tal riguardo la proposta di istituire un apposito sportello, eventualmente itinerante per contenerne i costi, in ogni scuola professionale e scuola media superiore, cui gli studenti e gli apprendisti possano rivolgersi per denunciare abusi o pressioni psicologiche inopportune.
Con la presenta interrogazione si chiede al lodevole Consiglio di Stato
1) come si intende dare seguito concretamente alla proposta formulata dal SISA possibilmente già per l’inizio dell’anno scolastico 2018/’19?
2) come viene valutata l’introduzione di un mediatore anche negli altri ordini scolastici oltre a quelli attualmente già serviti da tale figura?
Massimiliano Ay, deputato del Partito Comunista