Premesso che il demanio pubblico è un bene inalienabile, facciamo qui riferimento alla puntata della trasmissione televisiva Falò del 12 settembre inerente alle opere abusive da parte di un noto imprenditore ticinese (protetto dalla privacy) relative alla costruzione di una spiaggia privata di oltre 120 metri quadrati sul lago senza che l’autorità comunale non se ne accorgesse e di altri privilegi edificatori perlomeno strani.
La Sezione luganese del Partito Comunista – attraverso il proprio consigliere comunale Demis Fumasoli – è già intervenuto con un interpellanza al Municipio della Città, tuttavia anche l’autorità cantonale è coinvolta in questa vicenda e urge conseguentemente chiarire la situazione attraverso la presente interrogazione.
A tal riguardo occorre precisare che degli oltre 120 metri quadrati in questione solo una minima parte sono di proprietà comunale: la parte maggiore dell’area è di demanio pubblico cantonale e, lo ripetiamo, inalienabile. Essendo poi una zona di protezione lago tutto dovrebbe imporre un’autorizzazione cantonale, soprattutto tenendo presente che la configurazione delle rive non dovrebbe subire modifiche.
Di seguito le domande:
1) Si può confermare che il Municipio di Lugano, dopo avere stabilito (peraltro con molto ritardo) l’abuso, si è limitato a chiedere una licenza a posteriori? Non ritiene il governo cantonale che in un caso come questo si imponeva una misura ben più incisiva?
2) Come si spiega che di fronte a questa serie di abusi, che stando al servizio televisivo, appaiono piuttosto visibili la Polizia lacuale non abbia mai rilevato nulla di irregolare?
3) Il servizio di Falò indica che il Municipio di Lugano stava negoziando con gli autori dell’abuso per salvare la spiaggia abusiva in cambio della sistemazione della vicina caletta. A mente del Consiglio di Stato si tratta di una procedura accettabile?
4) Risulta che sia stata realizzata una casa senze le licenze e il preavviso cantonali: il Cantone interverrà per ordinare quantomeno il ripristino della situazione legale precedente?
5) Come si spiega la concessione di un cambio di destinazione d’uso, da stabile puramente artigianale (officina nautica) a spazio residenziale, senza passare dalla licenza edilizia con preavviso cantonale, così come indicato dalla Legge edilizia cantonale?
6) Risulta che il 7 agosto scorso il Dipartimento del Territorio abbia inviato per lettera raccomandata al Municipio di Lugano per la revoca delle licenze concesse al proprio del fondo in questione. Il Municipio di Lugano ha dato seguito a quanto ordinato dal Consiglio di Stato? Se non è il caso, come mai? Come intende agire il governo per far rispettare un suo ordine alla Città?
7) Risulta che la demolizione della spiaggia abusiva da parte del noto imprenditore (coperto da privacy) sia pure avvenuta senza autorizzazione alcuna. La qual cosa non sembra destare preoccupazioni alle autorità comunali di Lugano, che a precisa domanda giornalistica tendono a banalizzare la questione. Come valuta il Consiglio di Stato questa precisa situazione? La demolizione abusiva suddetta potrebbe aver comportato problemi alla fauna lacustre?
8) Ritiene il Consiglio di Stato che in questo modo il Municipio di Lugano abbia agito procurando un arricchimento indebito al proprietario del fondo? Esistono gli estremi per aprire una vertenza legale?
9) Già con il precedente proprietario vi è stata da parte del Cantone un preavviso favorevole alle modifiche. E’ sicuro il governo che già tale autorizzazione non fosse in contrasto con il piano regolatore di Caprino e le relative linee di arretramento, senza scordare naturalmente le norme di protezione delle acque e di tutela laghi?
10) Il servizio di Falò mostra altri esempi, sempre sul Lago di Lugano, in cui vi è stata una palese occupazione abusiva del demanio. Il Cantone ha gli strumenti per sapere quanti sono queste violazioni e quanto perde ogni anno in affitti? Vi sono altre aree del demanio cantonale affittate a privati? A quali condizioni possono avvenire?
11) Non ritiene il Consiglio di Stato che la situazione emersa necessiti un intervento potenziato di controllo delle rive dei nostri laghi al fine di scongiurarne la privatizzazioni da parte di danarosi personaggi che pensano che la legge non sia uguale per tutti?
Massimiliano Ay e Lea Ferrari, deputati in Gran Consiglio del Partito Comunista