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Il legislativo comunale di Bellinzona per pochi voti ha rifiutato lunedì sera di inserire nel regolamento comunale il divieto per l’esecutivo di delegare atti di autorità ad agenzie private di sicurezza, come invece proposto dal consigliere comunale del Partito Comunista Alessandro Lucchini.

La mozione di Lucchini, che ha goduto del sostegno di tutta la sinistra, per soli 5 voti non ha raggiunto la maggioranza, e questo a causa dell’alleanza fra Liberali e Lega/UDC. Insomma: nonostante il caso Argo1 e altri problemi in questo settore, riconosciuti peraltro dalla stessa Polizia e Magistratura, la destra – PLR in particolare – continua quindi imperterrita a difendere il dogma della privatizzazione della sicurezza a favore del profitto su un tema così sensibile e pericoloso.

Ce ne rammarichiamo e riteniamo che questo mercato vada comunque rigidamente controllato. Come Partito Comunista siamo stati infatti e non a caso promotori in Gran Consiglio nella scorsa legislatura del miglioramento della formazione degli agenti privati! La destra, che tanto si riempie la bocca di sicurezza, è la prima invece a defilarsi quando si tratta di definire in modo chiaro il controllo pubblico sulla stessa.

Nonostante il consiglio comunale di Bellinzona preferisca insomma non esplicitare in una legge il divieto di esternalizzare atti di autorità alle agenzie private, la preoccupazione è palpabile in molti consiglieri comunali e nei cittadini, ecco perché il Partito Comunista auspica che il Municipio stia particolarmente attento in questo ambito e non favorisca il business delle polizie private che tanto va di moda anche tra gli esponenti di spicco degli schieramenti politici della Turrita.

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