In formazione fino ai 18 anni: un’idea partita dai comunisti che si realizza!

Il Gran Consiglio evade positivamente la nostra mozione del 2018. Alcune perplessità però permangono.

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La dispersione scolastica è un fenomeno che preoccupa: i giovani che abbandonano prematuramente la scuola corrono infatti il rischio dell’esclusione sociale. Proprio per contrastare l’abbandono scolastico e la precarietà sociale che ne consegue avevamo depositato, tramite il nostro deputato Massimiliano Ay, una mozione già lo scorso anno che mercoledì è stata positivamente evasa dal Gran Consiglio con l’approvazione dell’introduzione dell’obbligo formativo per i giovani fino al raggiungimento dei 18 anni di età.

Curiosamente il rapporto commissionale della deputata socialista Anna Biscossa che approvava il messaggio governativo è stato votato proprio nel giorno del 97° anniversario della nascita di un grande educatore come don Lorenzo Milani, fondatore della Scuola di Barbiana, che ha dedicato la sua vita a riportare sui banchi i ragazzi che sfuggivano dai radar della scuola pubblica.

La proposta governativa si distingue dalla nostra sulla questione dell’obbligo formativo: il Partito Comunista proponeva di riferirsi alla frequenza formale di una scuola, il governo e il parlamento hanno reso più soft questo aspetto istituendo un obbligo che oltre alla frequenza di una scuola post-obbligatoria riconosce anche altre attività formative più “informali”. E questo perché – ha spiegato in aula il ministro dell’educazione Manuele Bertoli – alcuni dei ragazzi coinvolti avrebbero un rapporto difficile con l’istituzione scolastica. E’ una risposta che tuttavia non ci convince, e come Partito Comunista abbiamo il timore che – come affermato in aula dal nostro deputato – non solo queste altre attività formative si trasformino in escamotage che posticipano il problema a dopo la maggiore età, ma che si fomenti anzi il fenomeno delle aziende di coaching che rischia di tramutarsi in una subdola forma di privatizzazione del sostegno ai giovani in difficoltà. Siamo certi che il DECS terrà in debita considerazione questi nostri avvertimenti e vorrà agire con severità in questo ambito.

In ogni caso quanto approvato dal parlamento rappresenta un passo avanti di fondamentale importanza per il sistema formativo pubblico del Cantone Ticino e siamo orgogliosi di esserne stati fra i pionieri.


Obiettivo 95%: un’importante vittoria nel nome del diritto allo studio!

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