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A seguito della decisione del nostro Partito di sottoscrivere, assieme ad oltre 200 organizzazioni di diverso orientamento politico, una risoluzione promossa in aprile dal Partito Comunista Cinese (PCC) a favore della cooperazione internazionale per contrastare il Coronavirus, le nostre relazioni con il Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del PCC si sono intensificate.

In una lettera giuntaci da Pechino lo scorso 19 maggio, i comunisti cinesi hanno espresso l’intenzione non solo di continuare a tenere aggiornato il nostro Partito, ma anche di rafforzare gli scambi con i comunisti svizzeri. In relazione alla lotta contro il COVID-19 il PCC stigmatizza l’atteggiamento egoistico di quei governi che in questi momenti difficili hanno tentato di compromettere il senso di solidarietà fra gli esseri umani, ostacolando la cooperazione fra le nazioni. Aggiungiamo noi: aizzando anche i peggiori sentimenti razzisti di sinofobia.

Nella missiva, firmata dal Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale, si spiega pure la strategia adottata dal Partito Comunista Cinese sotto la guida del segretario generale Xi Jinping per affrontare le difficoltà economiche e sociali che derivano dalla crisi sanitaria, rassicurando sul fatto che la priorità resta sradicare la povertà come prima della pandemia: la traiettoria politica del PCC rimane cioè quella di garantire il costante sviluppo dell’economia cinese.

Quest’ultimo obiettivo va letto in termini internazionalisti: la Repubblica Popolare di Cina ha infatti comunicato nei giorni scorsi che Pechino annullerà i debiti per i prestiti a tasso zero concessi ai Paesi africani in scadenza a fine 2020. In questo modo il PCC fa leva sulla cooperazione e di fatto indebolisce il ruolo dei paesi capitalisti e neo-colonialisti nelle nazioni più povere.

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