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E’ notizia degli scorsi giorni la proposta avanzata da Avenir Suisse, secondo la quale la distribuzione delle lettere da parte della Posta non andrebbe più garantita per almeno 5 giorni alla settimana, ma dovrebbe avvenire soltanto ogni 3 giorni. Sulla scorta degli ormai noti processi di privatizzazione auspicati dal “think tank” neoliberale per il Gigante Giallo, ecco presentarsi allora senza troppe sorprese questa ennesima e sconsiderata offensiva contro il servizio pubblico del nostro Paese.

Nell’ambito della sua lotta per un servizio postale subordinato alle esigenze della popolazione e non del profitto, il Partito Comunista si oppone con fermezza alla paventata diminuzione dei giorni di consegna concernente nella fattispecie le lettere. Quest’ultima si tradurrebbe infatti in un gravoso, manifesto e generalizzato peggioramento della qualità del servizio offerto, del quale risentirebbero in particolare le zone periferiche oltretutto già provate dal progressivo smantellamento degli uffici postali.

La proposta comporterebbe inoltre un incremento dei costi a carico dell’utenza che, dovendo o volendo recapitare una missiva in tempi più brevi, sarebbe a quel punto tenuta a pagare un supplemento per il servizio speciale. Non da ultimo, un rischio che non possiamo tollerare è che alla contrazione dei giorni di distribuzione corrisponda non solo un aumento della pressione già tutt’altro che trascurabile sul lavoro dei postini, ma anche una successiva e deleteria serie di licenziamenti.

Il Partito Comunista ribadisce in conclusione il diritto a un servizio postale completo e di qualità, il quale, a causa del tenore delle riforme promosse negli ultimi anni da Avenir Suisse ma anche dagli ambienti politici borghesi, si trova ad essere tuttavia sempre più rimesso in discussione. Contro questa deriva aziendalistica e privatistica della Posta, la quale presenta il terreno fertile per misure come quella in questione, evidenziamo dunque la necessità di ripristinare la regia federale della Posta. In questo senso, piuttosto che chiedere di comprimere il servizio di consegna delle lettere, andrebbe ristabilito il regime di monopolio postale anche per gli altri settori d’attività a suo tempo ceduti ai privati.

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