La Gioventù Comunista prende atto che nella sessione di Gran Consiglio che inizierà lunedì 19 ottobre si discuterà della petizione “Ticino: fai la tua parte per salvare il clima!” consegnata nel 2019 dallo Sciopero per il Clima. La petizione contiene quattro rivendicazioni principali: rendere gratuito il trasporto pubblico per i giovani in formazione, ridurre la produzione di emissioni inquinanti da parte delle imprese ticinesi, ridurre l’impatto ambientale degli enti pubblici, trasferire il traffico merci su rotaia. Queste misure, se adottate, consisterebbero dunque in un primo buon passo verso una migliore politica ambientale e sociale.
La Commissione ambiente, territorio ed energia, nel suo rapporto relativo alla petizione, afferma di aver “deciso di fare propria la rivendicazione dei 4’378 firmatari della petizione”. Eppure, essa rinuncia ad entrare realmente nel merito delle rivendicazioni, affermando che il Cantone e la Confederazione stanno già facendo molto in tal senso. Esemplare è la sua posizione relativa alla gratuità dei mezzi di trasporto pubblici, per la quale la Commissione rimanda tutto a future discussioni e propone quindi “di non aderire alla richiesta”. Insomma, anche se vi sono alcune intenzioni positive (ad esempio per quanto riguarda il trasferimento del traffico merci su rotaia), l’intero rapporto è quel che si definisce una vera e propria uregiatada e dimostra che la maggioranza borghese e liberale del nostro Parlamento non ha nessuna intenzione di promuovere una politica realmente efficace dal punto di vista ambientale, men che meno da quello sociale. Riprovevole in tal senso è la posizione della Commissione in merito alle emissioni delle imprese: secondo i commissari, infatti, “non si ravvede quindi la necessità di adottare normative separate e più stringenti da parte del nostro Cantone” per quanto riguarda questa tematica. I Partiti della destra economica (ma anche i socialisti e gli ecologisti, i cui commissari non hanno avuto troppi problemi a firmare questo blando ed inefficace rapporto) preferiscono quindi continuare a proporre delle misure anti-sociali, come la Legge sulla CO2 sulla quale pende attualmente un referendum, piuttosto che impegnarsi per applicare delle misure (per altro non particolarmente rivoluzionarie) come quelle proposte dalla petizione.
La Gioventù Comunista invita dunque il Parlamento ad avere più coraggio rispetto alla Commissione e a voler prendere delle decisioni più incisive, volte a promuovere una politica ambientale e sociale realmente efficace. Iniziare dall’applicare le rivendicazioni contenute nella petizione sarebbe dunque il primo passo da fare.