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Non troppo inaspettata è giunta da poco la conferma che anche Canobbio non riuscirà a salvarsi dall’ondata di chiusure degli uffici postali che sta investendo tutto il nostro territorio, e in particolare le zone di periferia. Come spesso accade in questi casi al comune sarà messa a disposizione come “contentino” una filiale in partenariato presso la Farmacia BENU, soluzioni queste che però non offrono realmente un servizio dello stesso livello e soprattutto non salvaguardano i posti di lavoro, avendo come unico obbiettivo l’ottimizzazione e aumento dei profitti.

La decisione è stata presa nonostante il ricorso inoltrato un anno fa dal municipio alla Commissione federale delle poste (PostCom), sebbene vi fossero diverse alternative proposte sempre dal municipio alla direzione della Posta CH, il coinvolgimento di Syndicom e la mobilitazione dei cittadini che hanno raccolto un totale di ben 1’700 firme per il mantenimento dell’attuale ufficio.

In risposta a tutto ciò PostCom dichiara che “(…) nella zona continua ad esservi una rete di uffici postali molto fitta”, cosa che sarebbe stata vera qualche anno fa, mentre oggi il più vicino ufficio postale tradizionale che non verrà chiuso a breve è quello di Pregassona, a circa mezz’ora di viaggio per chi si sposta con i mezzi pubblici. Anche per chi si muove con veicoli privati doversi spostare verso il centro per usufruire dei servizi di un vero ufficio postale comporterebbe il rischio di imbottigliarsi nel traffico, andando anche ad aumentare lo stesso.

Visto lo smantellamento delle filiali della zona (Porza, Comano, Cureglia, Savosa e Davesco) quella di Canobbio, grazie alla sua posizione strategica, sarebbe potuta diventare il punto di riferimento per i 15’000 abitanti dei comuni della Collina Nord, che invece rimarranno senza neanche un ufficio postale tradizionale al proprio servizio.

Questo è solo l’ennesimo esempio del continuo smantellamento del servizio postale incontrastato dalla Confederazione, nonostante essa ne detenga ancora la proprietà. Per questo motivo ribadiamo l’importanza di ripristinare la regia federale della Posta per contrastare questa desertificazione dei servizi, solo tramite la rinazionalizzazione della stessa, come proposto dal nostro deputato Massimiliano Ay tramite un’iniziativa cantonale. Inoltre come Partito Comunista chiediamo una moratoria contro la chiusura degli uffici postali. Solo così si potrà garantire un servizio di base valido, capillare e prossimo al cittadino.

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