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Nel rispondere (leggi la risposta) alla nostra interrogazione n. 151.20  del 19 dicembre 2020 siamo stati resi edotti di due fatti principali:

a) che il governo non ha ritenuto di dar seguito alla nostra proposta di richiedere una deroga alla Confederazione affinché strutture quali biblioteche e aule di studio potessero restare a disposizione almeno degli studenti e del personale universitario

b) che per quanto le biblioteche universitarie dell’USI impieghino circa 35 studenti per l’espletamento di alcuni compiti (prestiti, riordino, ecc.) questi ultimi, benché i turni di lavoro siano stati notevolmente ridotti, non siano stati indennizzati.

Da qui sorgono le seguenti domande:

  1. Ci risulta che nelle università svizzere, almeno per ciò che riguarda Losanna, Friborgo e Berna le biblioteche siano in realtà rimaste aperte per gli studenti e i ricercatori, che continuano ad avere libero accesso alle sale di lettura e ciò nonostante l’Ordinanza del 19 giugno 2020 aggiornata al 18 dicembre 2020. Chiediamo se questo risulta anche al Consiglio di Stato e, alla luce di ciò, se non ritiene di dover intervenire presso la Confederazione per una parità di trattamento.

  1. Per quanto riguarda invece l’impiego degli studenti, prendiamo atto che essi, nonostante l’iniziativa “borse di studio di solidarietà” siano stati comunque toccati da una diminuzione del guadagno. Non ritiene il Consiglio di Stato di dover intervenire come successo nel Canton Friborgo, ad esempio, durante i mesi primaverili, quando lo Stato ha garantito lo stipendio degli studenti impiegati nelle biblioteche universitarie seppure non potessero lavorare?

Per il Partito Comunista

Massimiliano Ay e Lea Ferrari


Chiusura delle biblioteche. E gli studenti come fanno?

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