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Secondo l’art. 440 del Codice Civile (CC), i Cantoni sono tenuti a designare un’autorità specializzata investita segnatamente dei compiti dell’autorità di protezione degli adulti. Questa funzione è assolta in Ticino dalle autorità regionale di protezione (ARP), le quali coprono attualmente 16 comprensori (art. 1 ROPMA). Le ARP sono competenti per istituire le misure di protezione previste dagli art. 393-398 CC, o meglio la curatela di sostegno, quella di rappresentanza, quella di cooperazione e quella generale. A tale proposito, l’art. 15 cpv. 2 LPMA prescrive tra l’altro al Comune di assicurare quanto necessario al funzionamento dell’autorità. Il Municipio deve garantire in particolare, unitamente agli altri Comuni del comprensorio, l’offerta di un numero adeguato di curatori professionisti e di curatori privati. Nel contempo, ogni Comune deve mettere a disposizione dell’autorità regionale di protezione un elenco aggiornato di persone idonee disposte ad assumere mandati come curatore privato (art. 15 cpv. 2 ROPMA). Ne consegue che, ai fini dell’esecuzione delle misure di protezione dell’adulto, la competenza ricade in primo luogo sul Comune, il quale dispone di un ampio margine di manovra quanto alle risorse da investire per seguire le persone soggette a una misura.

Con giurisdizione sul territorio del Comune di Capriasca, vi è l’ARP 7 con sede a Tesserete (competente anche per i Comuni di Origlio e Ponte Capriasca). Come si evince dalla pagina internet del Comune, i suoi princpali compiti sono quelli di “decidere l’istituzione di curatele, tutele volontarie e inabilitazioni, decretare privazioni provvisorie dell’esercizio dei diritti civili, designare tutori, curatori e assistenti, decretare le privazioni della libertà a scopo di assistenza ed approvare inventari, rendiconti e rapporti morali nonché, per quanto riguarda i minorenni, istituire le misure opportune, le curatele e privare i genitori della custodia o dell’autorità parentale”. L’assunzione dei mandati viene assicurata dai curatori (professionisti o privati), che prendono a carico persone con una situazione particolare occupandosi di problematiche personali e amministrative, allo scopo d’instaurare un rapporto di fiducia con l’interessato e a medio termine d’integrarlo nella società con una certa autonomia.

Stando alla risposta del Consiglio di Stato all’interrogazione n. 115.15, nel 2014 non vi erano curatori privati con retribuzione soggetta all’AVS (oltre 2’300 CHF annui) attivi nel comprensorio dell’ARP 7 (nel 2013 erano 2). Nel preventivo 2021 del Comune di Capriasca (conto 140.3010.002) è prevista una spesa di 40’000 CHF per mercedi a tutori e curatori. Si può dunque supporre che nel nostro comprensorio sono attivi numerosi curatori non professionisti che esercitano questa attività a titolo accessorio. A quanto ci risulta, i Comuni dell’ARP7 non hanno invece alle proprie dipendenze alcun curatore professionista, malgrado le basi legali di cui sopra li rendano responsabili in questo ambito.

Appare evidente come la precarietà sociale ed economica alimentata dal COVID-19 contribuisca a deteriorare ulteriormente le condizioni di vita delle categorie più vulnerabili della popolazione. Non sono solo le associazioni attive in ambito sociale a sottolinearlo, ma anche numerose autorità locali confrontate con un aumento dei casi seguiti da servizi sociali ed autorità di protezione. In questo contesto, si rende quantomai urgente una riflessione circa l’adeguatezza delle risorse impiegate e del sistema di presa a carico dei cittadini più fragili. Considerati gli svariati limiti legati al ricorso a curatori privati, i quali sono chiamati sovente a rimpiazzare quelli professionisti, alla luce delle pesanti ripercussioni della crisi sanitaria risulta insomma quantomai importante che il Comune mantenga alta la guardia anche nel campo della protezione dell’adulto.

La riforma delle ARP in discussione a livello cantonale, che prospetta una cantonalizzazione delle autorità regionali all’interno di due specifiche autorità giudiziarie (le nuove Preture di protezione), non può costituire una ragione per rinunciare a tale riflessione. In primo luogo perché la prospettata riforma non prende in considerazione la questione degli operatori chiamati, oggi come domani, ad assumere gli incarichi stabiliti della autorità di protezione. Il Cantone non sembra d’altra parte intenzionato a potenziare il proprio organico in questo senso: solo poche settimane fa, nell’ambito della discussione del Preventivo 2021, il Gran Consiglio ha infatti bocciato un emendamento presentato dal Partito Comunista che chiedeva proprio di assumere un maggior numero di curatori in seno all’Ufficio dell’aiuto e della protezione (UAP). In secondo luogo, è opportuno avviare sin d’ora una riflessione sui bisogni del settore delle curatele poiché non conosciamo i tempi in cui sarà affrontato l’esame della riforma delle ARP: la stessa Città di Lugano ha deciso lo scorso dicembre di istituire un gruppo di lavoro incaricato di valutare un’eventuale diversa ripartizione fra curatori professionisti e privati e di iniziare a fornire un corso gratuito di formazione per curatori.

Alla luce di queste considerazioni, rivolgo al Municipio le seguenti domande:

1. Il Comune di Capriasca dispone attualmente di curatori professionisti, eventualmente in collaborazione con i Comuni di Origlio e Ponte Capriasca?

2. Quanti sono i curatori professionisti e privati garantiti nel comprensorio dell’ARP 7 e in particolare nel Comune di Capriasca?

3. Come sono ripartiti i mandati fra curatori professionisti, privati e dell’UAP nell’ultimo quadriennio?

4. Quanti sono i casi di curatela trattati dall’ARP 7 nell’ultimo quadriennio (divisi per anno e per Comune di residenza)? Vi è un aumento dei casi dal febbraio 2020 ad oggi? Se sì, a quanto ammonta?

5. Come giudica il Municipio l’evoluzione – sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo – della casistica trattata dall’ARP 7 nell’ultimo quadriennio? Ha adottato particolari misure per farvi fronte?

6. Come giudica il Municipio il rapporto fra curatori professionisti e privati nel comprensorio dell’ARP 7? Ritiene utile farsi promotore dell’istituzione della figura del curatore professionista, in collaborazione con gli altri Comuni del comprensorio?

7. Come giudica il Municipio il grado di formazione dei curatori e il supporto prestato agli stessi da parte dell’ARP 7 nel comprensorio? Ritiene utile provvedere a fornire dei corsi di formazione gratuiti come quelli offerti a Lugano e a un potenziamento dell’organico dell’ARP 7?

In attesa della vostra risposta, vi porgo i miei più cordiali saluti.

Zeno Casella, consigliere comunale del Partito Comunista

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