Il Partito Comunista prende atto del progetto che vedrà la nascita di un nuovo reparto di pedopsichiatria all’Ospedale Civico di Lugano. Si tratta sicuramente di un piccolo passo verso la giusta direzione, ma lungi dall’essere una misura incisiva nel contrastare il crescente bisogno di attenzione verso i giovani e i loro disagi psichici, come l’aumento delle depressioni, dei disturbi d’ansia fra studenti e dei disturbi alimentari.
Tale struttura comprenderà infatti un limite di cinque posti letto, un’esigua capienza che, se accostata alla lunga lista d’attesa già resa nota al pubblico, ci obbliga ad una riflessione in merito alle tempistiche d’ammissione che possono risultare incisive se non fatali per tutti coloro che non riusciranno ad accedere alle cure necessarie in tempi adeguati alle loro necessità cliniche.
Tuttavia, il problema di fondo non è unicamente questo, ma anche la strategia adottata per l’ammissione dei pazienti stessi. Come si evince dalle parole riportare nel comunicato stampa del Consiglio di Stato, i pazienti ricoverati dovranno rispondere a situazioni pressoché limite. Si indica infatti come “Le indicazioni per il ricovero si riferiscono a situazioni di importante disagio psico-affettivo, scompenso psichiatrico acuto e manifestazioni psicosomatiche di varia tipologia.”
Il Partito Comunista ribadisce quindi l’importanza di agire sulla prevenzione affinché chi soffre di disturbi alimentari non debba raggiungere uno stadio di salute grave per ricevere aiuto da strutture come quella in questione o simili. In tal senso si ricordi la mozione presentata dai nostri parlamentari Lea Ferrari e Massimiliano Ay, in cui si richiede di creare delle Comunità terapeutiche cantonali dedicate ai disturbi alimentari. Tale servizio è infatti già presente Oltralpe e riscontra ottimi risultati, mentre in Ticino risulta completamente assente, obbligando chi ne vuole usufruire a recarsi oltre frontiera. In tal senso, queste comunità terapeutiche non rappresenterebbero solo un metodo per prevenire l’avanzamento del disturbo e degli effetti che esso può produrre sulla salute del paziente, ma anche una soluzione per alleggerire il carico e le liste d’attesa dei centri già presenti nel Cantone.