La scorsa settimana la Direzione del Partito Comunista, aveva deciso (vedi) di lanciare una urgente consultazione interna fra i membri del Partito e della Gioventù Comunista per valutare la situazione sul fronte delle risposte alla pandemia e, se del caso, proporre un cambio di paradigma nella gestione della stessa.
Dalla consultazione è emersa, ad ampia maggioranza, la necessità di uscire dal lockdown con una strategia chiara e coerente esposta nella risoluzione allegata. La cittadinanza ha insomma bisogno di tornare a un minimo di socializzazione, di fiducia, di unità anche per evitare situazioni di forte tensione psichica!
Anche se a sinistra siamo una voce fuori dal coro non possiamo negare che un lockdown prolungato in regime di libero mercato favorisce solo la concentrazione di capitale a tutto vantaggio delle multinazionali e a scapito dei piccoli commercianti; il telelavoro reso strutturale fomenta il precariato e la parcellizzazione della classe lavoratrice; la scuola a distanza distrugge la relazione educativa sul piano umano e intensifica i processi di selezione sociale; infine impedire lo svago e lo sport per un periodo prolungato ha conseguenze negative anche sulla salute pubblica.
Per questi motivi – nel rispetto delle misure di prevenzione sanitaria – chiediamo che siano riaperti i luoghi di socializzazione come le biblioteche (cosa da noi peraltro già richiesta con due atti parlamentari), le università, le strutture di aggregazione culturale, i centri giovanili e, con le opportune regole e limitazioni, anche i bar/ristoranti e le infrastrutture sportive.
Nel contempo, fra le altre cose, rivendichiamo una diversificazione immediata e un aumento dei vaccini disponibili, importando in Svizzera quantitativi sufficienti di Soberana, Sputnik e CoronaVac.
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