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Con l’inizio del 2021 gli studenti, i ricercatori, i cittadini tesserati presso il Sistema Bibliotecario Ticinese si sono visti aumentare il costo del prestito interbibliotecario (per libri provenienti da biblioteche di altri Cantoni) da 5 a 10 franchi per documento, quando pochi decenni fa esso risultava ancora gratuito.

E’ una misura che a nostro giudizio penalizza ulteriormente un settore già duramente provato dalla pandemia. Tale aumento, a maggior ragione in un periodo di accresciute difficoltà economiche per i singoli cittadini, non solo è privo di valenza sociale ma è pure controproducente per chi necessita per lavoro, studi e ricerche di documenti provenienti da fuori Cantone.

Abbiamo dovuto prendere atto che il Consiglio di Stato, con la sua risposta all’interrogazione 13.21, ritiene purtroppo “inadeguato” prevedere la gratuità di questa modalità di prestito e nemmeno intende ritornare sui suoi passi, mantenendo ad esempio il servizio al prezzo in vigore fino al 31 dicembre 2020, nonostante si puntualizzi che gli utenti del prestito interbibliotecario sono una minoranza, che in quanto tale non provoca quindi spese esorbitanti per l’ente pubblico.

La gratuità o perlomeno il minor costo influiscono sul bisogno fondato di chi fa ricerca e, venendo a costare maggiormente questo servizio, potrebbero non ritenere più sostenibile la continuazione dell’attività di ricerca nel nostro Cantone. Si tratta di un piccolo ma sostanziale disagio per una categoria che possiamo definire di “cervelli a rischio di fuga”.
Rispondendo alla citata interrogazione, il governo si rendeva tuttavia disponibile a “valutare eventualmente” di agevolare gli studenti. Con la presente mozione facciamo nostro questo auspicio e formuliamo la seguente richiesta:

Il Cantone – almeno a partire dal 1° gennaio 2022 – allinea la tariffa del prestito interbibliotecario da fuori Cantone a quella applicata nelle biblioteche universitarie ticinesi per gli studenti, riducendone quindi il costo per questa categoria di utenza da Fr. 10.- a Fr. 6.-.

Massimiliano Ay e Lea Ferrari, deputati in Gran Consiglio

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