Share this page to Telegram

Il Partito Comunista esprime la propria soddisfazione per la decisione del Consiglio Nazionale di approvare il postulato che chiedeva alla Confederazione di attivarsi a livello di Nazioni Unite affinché venga tolto l’embargo finanziario ed economico contro Cuba e, anzi, di esaminare le misure tramite le quali investire e commerciare con l’isola caraibica partendo dalla Svizzera, mediante per esempio strumenti come la garanzia alle esportazioni, la Banca nazionale o PostFinance.

Come avevamo ricordato già nel settembre 2019, quando – per non contravvenire ai diktat degli USA – PostFinance aveva deciso di interrompere il traffico dei pagamenti con Cuba, eravamo di fronte a una situazione indegna per uno Stato neutrale, poiché di fatto l’ex-regia federale in pieno delirio di onnipotenza aveva legittimato il governo statunitense nell’imporre le proprie leggi extra-territorialmente e quindi anche in Svizzera, in perfetto stile imperialista. E ciò creando problemi al corpo diplomatico; ai nostri oltre 300 concittadini che risiedono a Cuba (alcuni dei quali pensionati che non potevano più accedere alla loro rendita depositata sui «conti gialli»), alle associazioni di cooperazione allo sviluppo e alle aziende svizzere che investono a Cuba per circa mezzo miliardo di franchi all’anno. L’embargo imposto dagli USA contro Cuba, oltre a impoverire la popolazione dell’Isola, arreca insomma un danno alla nostra stessa economia nazionale!

Deploriamo quindi che vi siano stati deputati presuntamente “patrioti” che di fatto hanno umiliato la nostra sovranità nazionale preferendo evidentemente restare vassalli di Washington. Allo stesso modo riteniamo che il consigliere federale Ignazio Cassis non abbia fatto abbastanza a favore della neutralità svizzera su questo dossier. Occorre ora che, senza tergiversare oltre, dopo questo voto parlamentare, il Governo federale allestisca subito una strategia per attuare quanto richiesto dal postulato affinché i progetti di cooperazione economica fra Berna e l’Avana possano svilupparsi senza più accettare ingerenze da parte della Casa Bianca.
CONDIVIDI