Per l’istituzione di un bilancio partecipativo anche a Lugano!

MOZIONE

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1. Alcuni cenni introduttivi
Il bilancio partecipativo è uno strumento di democrazia diretta attraverso il quale una quota stabilita della spesa comunale viene destinata al finanziamento di progetti di valenza pubblica locale che sono stati proposti, discussi e approvati dalla cittadinanza. Sulla base di un processo alimentato, regolamentato e monitorato dal Comune, alla popolazione viene perciò accordata la possibilità di essere maggiormente coinvolta nella vita politica cittadina e di rispondere in modo ravvicinato ai bisogni più sentiti dei quartieri, senza con ciò dovere passare dall’intermediazione di organismi terzi.
Questo forma di democrazia partecipativa è stata adottata per la prima nel 1989 a Porto Alegre, dove al momento i cittadini possono contribuire a incidere sul bilancio comunale addirittura nella misura del 25%. Con il passare del tempo, seppure con modalità variegate il bilancio partecipativo è stato istituito anche in numerose località di tutto il mondo, a partire dal successo consolidato in America del Sud fino alle diverse esperienze sviluppate in Africa. Tale meccanismo sta prendendo inoltre sempre più piede anche in Europa, soprattutto in Germania (ad es. Friburgo.), in Francia (ad es. Parigi), in Italia (ad es. Bologna), in Spagna (ad es. Siviglia) e in Belgio (ad es. Bruxelles).
A livello svizzero, l’introduzione del bilancio partecipativo appare invece piuttosto recente. Da quanto ci risulta, le uniche Città ad avere messo in piedi questo sistema sono Losanna nel 2018 e Friburgo nel 2019. Per quanto non ancora ampiamente diffusa, non si può comunque affermare che la letteratura al proposito sia del tutto silente. Nell’edizione del settembre 2019 del ‘‘Comune Svizzero’’, organo informativo dell’Associazione dei Comuni Svizzeri, venivano pubblicati infatti due contributi intesi a valorizzare lo strumento in questione : ‘‘Uno sguardo all’estero: il Belgio testa il bilancio partecipativo’’ e ‘‘Le budget participatif est testé en Belgique, et Lausanne se lance aussi’’. Nel nostro Cantone non sembra esservi invece alcuna iniziativa in questo senso, situazione che renderebbe tra l’altro ancora più innovativa l’adozione di un bilancio partecipativo da parte della Città di Lugano.

2. Lo spirito e gli obiettivi
Aggiungendosi al momento elettorale e alla democrazia diretta, il bilancio partecipativo costituirebbe uno strumento supplementare di coinvolgimento della popolazione nella definizione degli indirizzi politici della Città, senza con ciò volere rimettere in alcun modo in discussione la centralità del sistema di democrazia semidiretta che sottende anche il funzionamento degli enti locali.
Nell’affermare la primaria importanza dell’autorità comunale e dell’azione pubblica, si tratterebbe piuttosto di un’opportunità per creare delle nuove relazioni tra l’amministrazione e i suoi cittadini, intese a favorire una maggiore fiducia nelle istituzioni e responsabilità civica. Il meccanismo alla base del bilancio partecipativo, che contempla la realizzazione di progetti provenienti dai quartieri nel quadro di una supervisione e di un finanziamento comunale, contribuisce infatti ad avvicinare la popolazione alla dimensione di prossimità del Comune nonché alla conduzione politica dello stesso.
Così facendo, viene permesso inoltre ai cittadini di orientare in maniera trasparente una parte delle risorse comunali verso progetti capaci di rafforzare la coesione sociale e rispondere a un particolare interesse locale, che non sempre può trovare la debita rappresentanza nelle istituzioni cittadine. Non da ultimo, sottolineiamo che il processo del bilancio partecipativo si tiene anche in formato digitale grazie a un’apposita piattaforma, permettendo così un migliore coinvolgimento della popolazione.

3. Il processo di svolgimento
L’organizzazione del bilancio partecipativo si compone, in linea generale, delle fasi cicliche che andremo di seguito a sintetizzare. Occorre tuttavia precisare che questo processo, presentando una certa flessibilità, si è sempre dimostrato adattabile alle condizioni locali dove viene applicato. Per quanto lo svolgimento descritto ne contenga le tappe essenziali, non sussistono dunque criteri stretti ai quali attenersi in relazione alla procedura da adottare per implementare un bilancio partecipativo.

0. Fase di preparazione preliminare
Per il Comune si tratta anzitutto di istituire e disciplinare il meccanismo del bilancio partecipativo, creando nel contempo anche la relativa piattaforma informatica. In modo particolare, va quindi stabilita una regolamentazione concernente il montante da destinare allo scopo, le condizioni di ricevibilità dei progetti, le modalità di finanziamento e gli organi incaricati di seguire la procedura. Da notare che, a quest’ultimo proposito, viene sovente creato anche un apposito gruppo di lavoro.

1. Fase di comunicazione e di raccolta dei progetti
Dopo una campagna volta a promuovere il bilancio partecipativo, a singoli cittadini, a gruppi di essi e/o ad associazioni riconosciute viene data la facoltà di presentare, per un determinato lasso di tempo, dei progetti compresi di una relativa descrizione. Le proposte possono essere inoltrate in forma cartacea, ma anche direttamente sull’apposita piattaforma online. Di regola, già in questa fase sono comunque chiariti i criteri di ricevibilità e di conformità che devono rispettare i progetti.

2. Fase di valutazione della fattibilità dei progetti
Una volta raccolte, le proposte vengono sottoposte a un esame di conformità ai criteri prestabiliti e di fattibilità da parte dei servizi comunali preposti. Da una parte, i progetti dovrebbero rivestire un interesse pubblico locale, essere accessibili a tutta la cittadinanza, rientrare nelle competenze comunali e non perseguire alcuno scopo di lucro; dall’altra, agli stessi non dovrebbe frapporsi alcun ostacolo eccessivo di natura tecnica o finanziaria, ciò che dovrà essere nel caso motivato.

3. Fase di pubblicazione e di voto dei progetti
Le proposte dimostratesi conformi e fattibili vengono infine rese pubbliche e messe al voto, che può essere esercitato in formato elettronico o per iscritto da parte delle persone domiciliate nel Comune, non necessariamente aventi la cittadinanza o maggiorenni. Generalmente, ognuno può votare un numero minimo di progetti e la ripartizione del montante avviene in base ai voti ottenuti. Così facendo, la prima proposta viene finanziata interamente mentre quelle successive ricevono il saldo restante, riservata la possibilità del Comune di completare la differenza per un progetto.

4. Fase di realizzazione dei progetti selezionati
I progetti che hanno ottenuto un finanziamento vengono realizzati in tempo utile dal Comune, mantenendo aggiornati la popolazione e in particolare i promotori sull’avanzamento dei lavori. Se necessario, risulta inoltre possibile stipulare una convenzione che regoli i diritti e i doveri tra le parti (condizioni di finanziamento, durata del sostegno, attività previste, facoltà di controllo, ecc.).

4. La concretizzazione a livello comunale
Come spiegato in precedenza, non può esservi un modello unico di bilancio partecipativo. Sulla base delle esperienze sviluppate in diversi contesti, quanto sopraesposto permette tuttavia di delineare un’impostazione di massima per questo strumento anche a livello comunale. Del resto, vale la pena constatare come anche in Svizzera gli stessi Comuni di Losanna, Friburgo (e Wipkingen) stiano muovendo in questa direzione con un particolare successo. Per avere una visione più approfondita sulle procedure adottate in queste realtà, nonché sui numerosi progetti finanziati e proposti dalla cittadinanza, ci permettiamo pertanto di rimandare alla documentazione allegata alla mozione.
Senza volere ancora entrare nei dettagli possiamo comunque ipotizzare che, sulla scorta dello spirito promosso in altre Città, la Città di Lugano potrebbe valutare un coinvolgimento dell’Ufficio quartieri, delle Commissioni di Quartiere e di un apposito Gruppo di lavoro per il bilancio partecipativo. Per incoraggiare un orientamento meno difforme dei vari progetti, sarebbe inoltre possibile considerare che le proposte non contraddicano nettamente le Linee di sviluppo della Città (come a Friburgo).
Per quanto concerne la base legale, le opzioni per istituire e disciplinare un bilancio partecipativo sarebbero molteplici. Ad esempio, i Comuni di Losanna e di Friburgo non hanno inteso adottare un Regolamento Comunale specifico, delegando al Municipio una regolamentazione di dettaglio. Detto ciò, ricordiamo che il montante destinato al finanziamento del meccanismo potrebbe essere iscritto nel Preventivo, la cui approvazione rimane come sempre di competenza del Consiglio comunale.
Sul piano finanziario, l’adozione di un bilancio partecipativo contemplerebbe diverse voci di spesa. Oltre alla somma messa a disposizione dei progetti, vi sarebbe segnatamente il costo legato alla gestione della piattaforma informatica e ad un eventuale supplemento di personale. Per il tetto massimo delle proposte finanziabili, segnaliamo a titolo indicativo che Friburgo ha previsto una spesa annua di fr. 50’000.-, mentre Losanna di fr. 150’000.-. In tal senso, per cominciare potrebbe essere ragionevole e verosimile attendersi per la Città di Lugano un montante di circa fr. 100’000.-.

5. Conclusione
Alla luce di quanto sopra, invitiamo questo Consiglio comunale a volere risolvere:

  1. La mozione è accolta.
  2. Il Comune intraprende i passi necessari per dotarsi di un bilancio partecipativo mediante un’apposita modifica del Regolamento Comunale.
  3. Il Municipio è incaricato del seguito della procedura.

Con ogni ossequio.

Primo firmatario: Edoardo Cappelletti (Partito Comunista)
Danilo Baratti (I Verdi)
Antonio Bassi (PS)
Raoul Ghisletta (PS)
Tessa Prati (PS)
Beatrice Reimann (PS)
Elena Rezzonico (PS)
Nicola Schoenenberger (I Verdi)
Carlo Zoppi (PS)

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