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In vista della votazione del 13 giugno sulla nuova legge sul CO2, la Gioventù Comunista (GC) e la Gioventù Socialista Ticino (GISO) ribadiscono la loro contrarietà a questa riforma e sottolineano la necessità di lavorare uniti a sinistra per delle politiche ecologiste sociali.

La crisi climatica è la più grande minaccia che l’umanità abbia mai affrontato e il parlamento borghese non riesce a districarsi dall’ideologia neoliberale quando si tratta di affrontare questa tematica: la nuova legge sul CO2 è un esempio eclatante. Essa è infatti fortemente anti-sociale, in quanto va a discapito principalmente di chi vive in condizioni meno agiate. Misure come la tassa sul carburante, ad esempio, vanno a penalizzare quelle persone che hanno difficoltà ad accedere ai mezzi di trasporto pubblici (troppo cari e non sufficientemente capillari) e si trovano quindi obbligati a raggiungere il posto di lavoro con il proprio mezzo privato. Se proprio si ritiene necessario aumentare il prezzo della benzina, che almeno venga offerta una reale alternativa al mezzo privato: i mezzi di trasporto pubblici sono ancora insufficienti, soprattutto per quanto riguarda le periferie. Chi non abita in città spesso non ha la possibilità di spostarsi con questi. Inoltre, i prezzi dei trasporti sono troppo alti e per nulla alla portata di un lavoratore medio o di un qualsiasi studente, apprendista e giovane del nostro Paese. Piuttosto che aggiungere una tassa a persone già economicamente in difficoltà occorre per esempio favorire misure come la gratuità dei mezzi di trasporto pubblici per studenti, apprendisti e persone in AVS/AI!

La legge sul CO2, inoltre, non va minimamente a colpire i reali e principali responsabili delle emissioni: le grandi aziende e il settore finanziario. Nessuna misura infatti verrebbe presa nei confronti di questi attori. La GC e la GISO ci tengono a ricordare però che l’impatto della piazza finanziaria svizzera in termini di emissioni di CO2 è pari a 22 volte (!) quello delle emissioni domestiche prodotte in Svizzera: gli investimenti delle banche e delle grandi imprese elvetiche in energie fossili causano quindi un danno proporzionalmente molto maggiore rispetto a quello provocato dai comuni cittadini. La legge allontana le attenzioni da chi effettivamente causa la catastrofe climatica, nell’illogica credenza che tassando i consumatori e le consumatrici e proponendo una soluzione liberale a un problema causato dal libero mercato si possa davvero risolvere la crisi climatica.

La legge sul CO2 non è dunque affatto un buon primo passo, come invece si sente dire dai favorevoli, in quanto se dovesse passare essa verrebbe utilizzata dai partiti borghesi per pulirsi la coscienza e, di conseguenza, nei prossimi tempi il tema ecologico sarà bandito dal dibattito politico e non ci sarà nessuna chance di fare un reale passo in avanti.

È per questi e altri motivi che la Gioventù Comunista e la Gioventù Socialista si oppongono alla nuova legge sulla CO2 ed invitano la popolazione a sostenere il comitato referendario di sinistra, composto da diverse sezioni romande di Sciopero per il Clima e molti partiti di sinistra. Soltanto rimanendo uniti anche a sinistra contro questa legge ingiusta si riesce a scalfire l’egemonia dell’UDC, oppostosi principalmente negli interessi delle aziende petrolifere. Al tempo stesso, solo il fronte a sinistra propone una coerente e solida critica alla legge e delle valide soluzioni alternative per affrontare la crisi climatica!

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