Si è concluso negli scorsi giorni l’8° Congresso del Partito Comunista di Cuba, il partito che ha sempre saputo unire il marxismo e il leninismo con il pensiero patriottico di José Martí, guidando con successo un processo rivoluzionario che continua a dare speranze al resto dell’America Latina. L’assise congressuale, pur nella continuità, ha sancito un rinnovamento importante: il primo segretario del Partito, il compagno Raul Castro Ruz, ha infatti dichiarato di non sollecitare un nuovo mandato: a guiderà l’organizzazione è stato così eletto il compagno Miguel Mario Diaz Canel Bermudez, attuale presidente della Repubblica.
“Il nostro primo pensiero va oggi al compagno Raul Castro Ruz, che ha instancabilmente guidato il Partito Comunista di Cuba negli ultimi anni con la saggezza e l’esperienza della generazione storica della Rivoluzione. Cuba ha dimostrato la sua capacità di sostenere i suoi ideali e di superare con coraggio le avversità imposte dall’imperialismo, ma è stata anche un esempio di rinnovamento e dinamismo che è una lezione per tutti noi” – inizia così il messaggio arrivato all’Avana nelle prime ore di venerdi 16 aprile a firma del compagno Massimiliano Ay, segretario politico del nostro Partito, che riconosceva le complesse sfide che avevano dinnanzi i delegati riuniti al Palazzo delle Convenzioni dell’Avana, ad esempio l’aggiornamento del modello economico “per rafforzare il socialismo e sviluppare le forze produttive”; la fine della doppia moneta; la pandemia, ecc. “Abbiamo piena fiducia nella vostra capacità di dare un nuovo impulso alla patria e a tutto il movimento comunista e antimperialista” continuava Ay che concludeva con la promessa di sostenere i comunisti cubani nella loro “lotta contro l’ingiusto blocco economico” ma anche “nelle vostre relazioni con il nostro Paese, come abbiamo fatto in passato”.
L’ordine del giorno del Congresso è stato particolarmente serrato per i 300 delegati in rappresentanza dei 700.000 membri del Partito cubano che, pur ratificando “il ruolo della proprietà socialista di tutto il popolo sui mezzi fondamentali di produzione”, riconosce ormai anche diverse altre forme di proprietà, sottolineando però sempre “il sistema di direzione pianificata dello sviluppo economico e sociale e dello Stato come rettore, coordinatore e regolatore di tutti gli attori”. Ma oltre al dibattito sull’economia, pur nella continuità, vi sono stati vari cambiamenti ai vertici dell’organizzazione avanguardista: dei 14 membri dell’Ufficio politico del Partito in 5 sono stati sostituiti e anche il Comitato Centrale risulta rinnovato sia per motivi di età ma anche per motivi di efficienza nel lavoro politico ed economico.
Il dibattito interno sulla questione economica è stato particolarmente autocritico poiché i risultati non sono stati sempre quelli attesi: oltre al blocco economico imposto dagli USA contro l’Isola e il brusco crollo del turismo a causa della pandemia, vi sono anche responsabilità interne. Alcuni cattivi risultati economici sono in parte infatti dovuti a una pianificazione improvvisata e deviazioni burocratiche e casi di corruzione, riconoscendo anche “i problemi strutturali del modello, che non fornisce sufficienti incentivi al lavoro”. Non è un caso quindi che i delegati abbiano dibattuto molto sulla necessità di rafforzare l’impianto ideologico del Partito per evitare che l’imperialismo e le influenze liberali abbiano la meglio sui quadri e i funzionari. Importantissima la dichiarazione del nuovo primo segretario del Partito che ha esplicitamente affermato che tutti i membri del governo devono essere quadri politici comunisti e non quadri amministrativi: una critica chiara ai tecnocrati che tendono a nascondersi dietro ai loro curricula per non essere politicamente attivi e che purtroppo conosciamo anche nella sinistra svizzera.