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Il Partito Comunista condanna fermamente la nuova, ennesima, campagna di violenza del regime sionista di Israele, scoppiata nel corso del weekend e che dura tuttora.

La polizia israeliana è dapprima intervenuta reprimendo manifestazioni legittime del popolo palestinese contro il terrore perpretrato contro di loro dalle truppe di occupazione e dai coloni sionisti armati: la soppressione delle manifestazioni e l’arresto di decine di giovani a Nazareth, Haifa, Umm al-Fahm e altre località, l’espulsione dei palestinesi dalle loro case a Sheikh Jarrah e l’impedimento dell’accesso dei palestinesi alla moschea di Al-Aqsa non sono solo provocazioni, sono crimini che non possono restare impuniti, così come lo sono i potenti bombardamenti in tutta la zona nord di Gaza che ha già provocato decine di vittime, fra cui almeno 9 bambini.

Ci uniamo quindi ai compagni del Partito Comunista di Israele e del Fronte Democratico per la Pace e l’Uguaglianza (Hadash) e ribadiamo che la lotta di liberazione palestinese a Gerusalemme sconfiggerà i piani di esproprio, di ebraicizzazione e di insediamento del governo razzista di Tel Aviv. Non ci sfugge infatti che questa escalation di aggressioni da parte del governo israeliano e delle forze sioniste mira ad annettere Gerusalemme Est e, in definitiva, l’intero territorio storico della Palestina.

La violenza sionista in Palestina e in tutto il Medio Oriente è però inseparabile dal sostegno degli USA e dalla complicità dell’UE: alle nazioni sovrane che resistono alle aggressioni dell’imperialismo queste due entità impongono sanzioni ed embarghi, quando non direttamente colpi di stato e bombardamenti, ma l’aggressione sistematica di Tel Aviv e la violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni dell’ONU sono sempre tollerate al di là di qualche ridicolo comunicato di preoccupazione.

Anche Berna faccia finalmente la sua parte: il governo svizzero ritorni a una diplomazia degna di un paese neutrale e riequilibri il proprio baricentro in Medio Oriente: ultimamente infatti esso si è spostato – per non dire prostrato! – vergognosamente verso gli interessi del grande capitale israeliano e del suo regime, nonché della lobby sionista presente nel nostro Paese, fra gli altri anche nei colossi massmediatici e nelle università.

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