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Il Partito Comunista sostiene il corteo per i diritti delle donne previsto a Bellinzona per oggi lunedì 14 giugno con partenza alle ore 18:00 da Piazza del Sole per arrivare di fronte a Palazzo governativo. In particolare i comunisti scendono in piazza con un chiaro orientamento di classe, nell’ottica di protestare contro la volontà delle camere federali di innalzare l’età pensionabile per le donne lavoratrici a 65 anni e senza affrontare minimamente il problema relativo al fatto che le rendite vecchiaia delle donne sono in media del 40% inferiori rispetto a quelle degli uomini. Si tratta dell’ennesima riforma anti-sociale contro cui il Partito Comunista è pronto a sostenere il referendum già annunciato dai sindacati, così come già avevamo fatto battendoci contro la Previdenza 2020 bocciata dal popolo nel 2017.

La riforma pensionistica in questione non tiene peraltro in considerazione nemmeno il fatto che le donne svolgono lavori in ambito domestico ancora oggi non solo non retribuito ma nemmeno considerato socialmente. Discriminazioni esistono ancora anche sul fronte salariale fra lavoratori e lavoratrici: che in Svizzera ancora non valga il banale principio “salario uguale per un lavoro uguale” è un grave problema di disuguaglianza sociale su cui non si deve tergiversare oltre (e che non saranno certo risolte con le quote rosa e altre misure di “maquillage” politico).

Al Partito Comunista naturalmente non sfugge nemmeno il problema della violenza domestica. Già nel 2018 avevamo proposto – con una mozione del nostro deputato Massimiliano Ay – di contrastare tale fenomeno lavorando sulla presa a carico delle persone, in particolare gli uomini a rischio, che risultano socialmente marginalizzati a seguito di povertà o divorzio: a tal proposito il Partito Comunista si felicita del fatto che la Commissione sanità e sicurezza sociale del Gran Consiglio, dando seguito alla nostra proposta, veda di buon occhio la creazione di una struttura di sostegno e accoglienza ad hoc.

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