Negli ultimi giorni, si è tenuto a Bruxelles un incontro fra i vertici della NATO, che si sono detti preoccupati per le “ambizioni di Pechino” ed il “rafforzamento militare di Mosca”. Di conseguenza, i Paesi membri della NATO sarebbero pronti a mettere in pratica nuove strategie per contrastare la Cina e la Russia. Anche durante il recente summit del G7, i rispettivi capi di stato hanno deciso di rafforzare nuovamente la loro influenza sui Paesi in via di sviluppo, che sempre di più stanno guardando verso la Cina ed il suo ambizioso progetto “One Belt One Road”, vale a dire la nuova Via della Seta, che permette uno sviluppo indipendente dei paesi che erano finora tenuti in povertà dal neo-colonialismo europeo. Dietro a questo atteggiamento del campo atlantico ci sta dunque semplicemente il timore di perdere il proprio dominio in campo geopolitico ed economico, basato sullo sfruttamento e la sottomissione degli altri Paesi. Come Gioventù Comunista (GC) condanniamo tale atteggiamento arrogante e la volontà di intensificare le proprie attività imperialiste pur di contrastare la Cina e la Russia, che invece stanno sviluppando un mondo multipolare basato su relazioni di reciproca equità fra i Paesi e, dunque, la pace.
In concreto, come GC rivendichiamo:
- Che la Svizzera intensifichi le proprie relazioni commerciali e culturali con i Paesi emergenti ed i Paesi eurasiatici, fra cui anche la Cina e la Russia, nel nome del multipolarismo e del rispetto reciproco;
- Che la Svizzera interrompa qualsiasi forma di collaborazione militare con la NATO (ma anche con Israele, grande alleata dell’imperialismo atlantico) e che ritiri le sue truppe dall’estero, ad esempio dal Kosovo;
- Che la Svizzera smetta di esportare armi, perché di fronte alle tensioni internazionali crescenti tale forma di commercio, che fomenta la corsa al riarmo, è altamente distruttiva;
- Che la Svizzera rimanga sovrana e neutrale (diversificando anche i propri partner commerciali), non solo non aderendo alla NATO e non collaborandoci, ma non aderendo nemmeno all’UE, anch’essa promotrice di azioni imperialiste e molto legata agli interessi USA.