Nell’autunno 2020 il popolo svizzero decise per soli 8’000 voti di scarto di acquistare nuovi aerei da combattimento. Un risultato politicamente pessimo per le autorità e l’esercito che evidentemente non avevano saputo davvero convincere la cittadinanza della necessità di rinnovare la flotta dell’aviazione militare e ciò nonostante una martellante propaganda allarmista.
Oggi il Consiglio federale ha deciso di acquistare 36 velivoli F-35A di produzione statunitense e più precisamente dell’azienda Lockheed Martin, di cui – stando a fonti giornalistiche – è stato consulente nientemeno che un alto ufficiale svizzero in attività, il colonello SMG Theo Staub. Un fatto che meriterebbe perlomeno di essere indagato da parte delle autorità!
Questa scelta nulla ha a che vedere con il rapporto costo/beneficio, come invece il governo vuole farci credere: al contrario si tratta di una nuova dimostrazione di sudditanza geopolitica di Berna nei confronti di Washington. Il Partito Comunista non ne è sorpreso: già nel settembre 2020 siamo stati gli unici ad avvertire che “gli aerei che il governo svizzero acquisterà avranno un vincolo tecnologico e informatico: la loro reale operatività sarà quindi decisa non a Berna ma presso la NATO, sottomettendo la nostra sicurezza nazionale e la nostra neutralità alle decisioni strategiche di un ben preciso campo geopolitico”.
Del resto, ribadiamo che già nel Rapporto esplicativo sulla decisione programmatica per il rinnovo dei mezzi per la protezione dello spazio aereo del 23 maggio 2018 il Consiglio federale poneva un chiaro discrimine geopolitico ai fini della valutazione degli aerei da combattimento da acquistare, volendo considerare unicamente ed espressamente sistemi d’arma di origine filoatlantica.
La Svizzera, peraltro, è circondata da paesi NATO (con basi militari USA): qualora la Svizzera agisse contro gli interessi americani gli F-35A non volerebbero proprio per i vincoli tecnologici denunciati dal nostro Partito e confermati pure dal colonnello svizzero a riposo Roger Schärer secondo cui, parlando proprio dell’F-35A, ha pubblicamente affermato: “questi velivoli potrebbero essere disattivati a distanza dal paese di produzione in caso di emergenza”. Alla faccia di chi parla tanto di difesa militare dei cieli e di sovranità nazionale!
Il Partito Comunista è pronto a contribuire nuovamente a un’ampia coalizione per un’iniziativa popolare che impedisca alla CIA di entrare nei cockpit di aerei che presuntamente dovrebbero difendere la nostra sovranità!