Il prossimo 28 novembre il popolo svizzero sarà chiamato (nuovamente in pochi mesi) a votare sulla modifica della Legge COVID. Il Partito Comunista è preoccupato innanzitutto per il fatto che, anche a sinistra, si sia fatto strada un approccio di approvazione automatica e acritica delle continue revisioni di questa legge speciale: come comunisti invece non vogliamo dare nulla per scontato e riteniamo necessario un sussulto di senso critico di fronte a una gestione della pandemia decisamente incoerente!
In prima battuta rileviamo che, anche qualora la modifica di legge fosse respinta, gli aiuti economici urgenti alle aziende e ai lavoratori sarebbero comunque garantiti fino al 19 marzo 2022 e il parlamento potrà ancora rinnovarli. Ovviamente sosteniamo un’estensione degli aiuti finanziari e non ci sfuggono alcune importanti conquiste da noi sempre difese ed effettivamente contenute nell’attuale Legge COVID, ad esempio il divieto per le aziende beneficiarie di aiuti pubblici quali casi di rigore di devolvere dividendi ai propri azionisti, oppure ancora le deroghe sull’assicurazione per la disoccupazione, ecc.
Eppure questa legge porta con sé dei limiti che reputiamo gravi sul piano democratico e procedurale. In primo luogo è vergognoso che essa subisca continue modifiche in corso d’opera senza nemmeno informare i cittadini (come avvenuto in occasione dell’ultimo appuntamento alle urne dove la legge votata non corrispondeva a quella spedita a tutti i fuochi). In secondo luogo vi è un problema non secondario di unità della materia: è democraticamente scandaloso che, su un tema così divisivo che sta polarizzando la società, si votino assieme da un lato i necessari aiuti economici e sociali con il certificato COVID (peraltro nemmeno regolamentato), la cui estensione ad esempio a scuole e posti di lavoro sta infuocando il dibattito nel Paese e spaccando la società in modo non indifferente. Quella dei pacchetti “prendere o lasciare” è una forma di ricatto istituzionale intollerabile che dimostra la pavidità di governo e parlamento federali, che crea precedenti pericolosi e che fomenta ulteriormente il già grave sentimento anti-politico fra la cittadinanza, comprensibilmente disorientata.
Il Partito Comunista ritiene che occorra quindi un segnale di rottura e ha deciso di boicottare questa votazione su una modifica di legge priva di sufficiente legittimità democratica. Invitiamo quindi a votare scheda bianca come segnale politico di sfiducia a un Consiglio federale caotico e non all’altezza della situazione!