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La seduta costitutiva si apre con il saluto del Segretario politico, compagno Massimiliano Ay, rieletto a pieni voti lo scorso 27 novembre in occasione del 24° Congresso del Partito Comunista. Il Segretario porge il benvenuto in particolare alle compagne e ai compagni neo-eletti nel Comitato Centrale: a loro ricorda i doveri di disciplina che la carica comporta. Su proposta del Segretario politico, il Comitato Centrale ha eletto la Direzione del Partito. Essa sarà composta dai seguenti compagni: Alessandro Lucchini, riconfermato quale vice-segretario politico; Alberto Togni; Lea Ferrari; Edoardo Cappelletti e Zeno Casella. Dopodiché il Comitato Centrale ha proceduto con l’elezione della Commissione permanente delle finanze, la cui presidenza è affidata al compagno Lucchini.

La tessera 2022 dedicata ancora a un antifascista ticinese

Preso conoscenza di più possibilità, il Comitato Centrale ha scelto, dopo Eolo Morenzoni lo scorso anno, di dedicare la tessera 2022 a un altro militante comunista ticinese che combatté in Spagna in difesa della democrazia per diventare poi persona di fiducia del Comitato di Liberazione Nazionale per l’Alta Italia: il compagno Romeo Nesa (1912-1990), municipale di Lugaggia (Capriasca) fino al 1980 e presidente della Commissione di Controllo del nostro Partito. Il Comitato Centrale incarica la sezione del Luganese di organizzare a Tesserete l’evento di tesseramento a cui invitare uno storico che presenti il ruolo dei volontari ticinesi nella guerra civile spagnola.

Riuscita l’iniziativa per il salario minimo: il PC si è dimostrato nuovamente affidabile

La parola è passata al compagno Alberto Togni che ha tirato un bilancio del nostro contributo alla riuscita dell’iniziativa popolare per un salario minimo sociale. Di fatto siamo gli unici – oltre al PS e al suo movimento giovanile – ad aver mantenuto le promesse superando addirittura le firme pattuite. Il Comitato Centrale ringrazia tutti i militanti che sono stati sul territorio a contatto con la popolazione. Si riscontra purtroppo ancora una certa debolezza organizzativa: un Partito come il nostro dovrebbe riuscire a fare di più su questo fronte. Il Comitato Centrale ha dovuto prendere atto dell’ennesima azione divisiva dei trotzkisti del Movimento per il Socialismo (MPS) che non solo non hanno voluto aderire al lancio di questa iniziativa popolare, ma che hanno agito per confondere i lavoratori e impedire che si realizzasse su questo importante tema l’unità d’azione del movimento operaio e sindacale. Nella discussione è emerso anche di come l’atteggiamento populista di MPS venga enfatizzato soprattutto dai media che oscurano sistematicamente il lavoro costante dei nostri deputati e consiglieri comunali per invitare nei salotti esclusivamente i due dirigenti del MPS per dare spettacolo con il loro modo di fare opposizione fine a se stessa.

Grazie al nostro referendum si prospetta una Legge sul CO2 più sociale!

Di seguito è il turno del compagno Zeno Casella, il quale presenta le novità relative alla revisione della Legge sul CO2. Egli ricorda che, nell’ottica di non far gravare sulle classi popolari e sui lavoratori il costo della transizione ecologica, il Partito Comunista era stato nel giugno 2021 fra i principali promotori del referendum (poi risultato vittorioso) contro le eco-tasse. Il governo ne ha preso atto e ha rinunciato a quasi tutte le misure anti-sociali mettendo ora in consultazione un progetto di revisione della legge che appare a nostro avviso migliorativo. Il Comitato Centrale dà mandato alla Direzione del Partito di scrivere quanto prima una lettera al Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) in cui sottolineare gli aspetti che dal nostro punto di vista restano però tuttora critici e poco incisivi. In modo particolare occorre stigmatizzare: a) l’insufficiente intervento sulla piazza finanziaria che continua a investire in energie fossili; b) il sistema di scambio di emissioni di cui beneficerebbero alcune imprese inquinanti; c) in materia di risanamento immobiliare il diritto lasciato ai cantoni di consentire uno sfruttamento supplementare dei fondi e d) la mancata volontà politica sia di calmierare i prezzi dei trasporti pubblici, sia di prevedere una regia federale sul settore energetico. Il Comitato Centrale auspica anche su questo tema che si riapra il dialogo con il Partito Svizzero del Lavoro/POP per coordinarsi in modo unitario.

Il lavoro sindacale del Partito posto sotto esame

Il dibattito sul lavoro sindacale del Partito è stato concepito come un primo giro di tavolo dei quadri del Partito dopo che il Congresso aveva voluto sottolineare due aspetti: in primis che come comunisti dobbiamo essere più attenti alle lotte operaie che si sviluppano sul territorio e, in secondo luogo, che occorre superare certe concezioni idealiste del passato e  difendere strenuamente il carattere unitario e di massa dell’Unione Sindacale Svizzera. Il Comitato Centrale si è detto, da un lato, preoccupato dal crescente clima anti-sindacale che si respira nel nostro Paese (l’ultimissimo caso in ordine di tempo è stato il licenziamento dei delegati sindacali presso DPD), ma dall’altro ha pure denunciato gli attacchi di chi, con atteggiamento massimalista, sta minando dall’interno l’unità del sindacato confondendo i lavoratori e fornendo degli assist alla destra padronale. Alcuni compagni hanno analizzato i cambiamenti emersi negli ultimi quindici anni all’interno del Partito Comunista: sia dal punto di vista teorico-ideologico (dove fino al 2013 occorreva contenere una esasperata “operaiolatria” in alcuni dirigenti) sia da quello organizzativo (dove la composizione sociale e anagrafica dei militanti limitava di molto le possibilità d’intervento). Il Comitato Centrale ha poi individuato alcuni assi strategici sia politici sia organizzativi, su cui impostare il nostro lavoro sindacale. Essi spaziano dal dialogo con i vertici sindacali per avere il polso della situazione economica, al delineare un intervento istituzionale sul mondo del lavoro sia a livello di consigli comunali sia grazie alla presenza di uno dei nostri deputati nella preposta Commissione del Gran Consiglio ticinese. Sul fronte giovanile, infine, il Comitato Centrale ha chiesto ai nostri compagni presenti nelle scuole di operare per rafforzare maggiormente i legami fra il sindacalismo studentesco e quello operaio.

Votazioni popolari del 13 febbraio 2022

In merito alle votazioni popolari del 13 febbraio il CC ha dato mandato di realizzare il banner informativo qui a fianco. La discussione interna è stata però molto lunga.

Se per il referendum sull’abolizione della Tassa di bollo la nostra opposizione era chiama come indicato dalla relazione della compagna Angelica Forni, gli altri oggetti hanno necessitato di una trattazione maggiore.

Nel caso della protezione degli adolescenti dalla pubblicità per il tabacco, ad esempio, il compagno Martino Marconi ha tenuto una relazione in cui ha avvertito del rischio che alcune argomentazioni dei favorevoli possano diventare in futuro un grimaldello per tagliare sulla sanità pubblica. Alcuni compagni hanno pure colto l’occasione di questa trattanda per riflettere sulla nostra attuale linea “anti-proibizionista” chiedendosi fino a che punto ci si possa spingere. In modo unanime si è poi deciso di votare Sì alla proposta poiché intacca il processo di valorizzazione del capitale limitando la pubblicità.

Anche sull’iniziativa per un divieto di esperimenti su animali ed esseri umani si è aperto il dibattito, partendo da una relazione tenuta dal compagno Samuel Iembo: la discussione ha portato a una sintesi fra la necessità da un lato di evitare abusi e sofferenze inutili agli animali con tuttavia il riconoscimento dell’elemento antropocentrico che è tipico del socialismo scientifico: l’iniziativa in questione arrecherebbe un danno all’approvvigionamento farmaceutico del Paese assumendo così un tratto pericoloso per la stessa sanità pubblica.

Molto più controverso è stato il dibattito interno concernente il Pacchetto di misure a favore dei media: le voci critiche non sono infatti mancate. A maggioranza il Comitato Centrale ha infine deciso di votare Sì ma pubblicando la seguente Risoluzione dai tratti alquanto critici. Non ci si deve però illudere sul fatto che questo pacchetto garantisca un vero pluralismo come fa credere la visione “fiabesca” del resto della sinistra: da marxisti dobbiamo invece riconoscere che il neo-liberismo vuole proprio lo svilimento del pensiero critico e dunque dei media sempre più omogeneizzati. Disporre quindi di più testate, anche se esse non sono di sinistra, ma che perlomeno animino il conflitto evita l’anestetizzazione totale della società post-democratica in cui viviamo.

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