Il prossimo 15 maggio andremo a votare sull’ampliamento del contributo svizzero all’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex). La Svizzera, sulla base degli accordi di Schengen/Dublino, è membro di Frontex dal 2011 e vi contribuisce con personale e risorse finanziarie che nel 2021 erano pari a 24 milioni di franchi. Il progetto di ampliamento di Frontex, lanciato a livello europeo nel 2019, si tradurrebbe in un maggiore contributo elvetico all’Agenzia, con l’obiettivo di arrivare, entro il 2027, a un sostegno finanziario di 61 milioni di franchi. Il Partito Comunista invita la popolazione a respingere questa proposta.
Si tratta infatti di un’ulteriore perdita della nostra sovranità nazionale subappaltando all’Unione Europea (UE) la gestione dei migranti e dei rifugiati. Essenzialmente sarà l’UE a determinare anche per la Confederazione quali politiche attuare nell’ambito dei flussi migratori. Frontex è stata inoltre accusata da varie organizzazioni umanitarie di essere coinvolta nella violazione dei diritti dei rifugiati attraverso respingimenti illegali nel Mediterraneo.
I flussi migratori hanno origine soprattutto dalle profonde differenze sociali ed economiche determinate dall’iniquo sviluppo imposte dal sistema capitalista e dai conflitti che ne derivano: il Partito Comunista rivendica quindi una politica svizzera più attiva nella promozione della pace nel pieno rispetto della nostra neutralità.