ll summit sull’Ucraina a Lugano è inopportuno!

Il summit è un evento di parte che esclude la mediazione e che si tradurrà in un processo di colonizzazione dell'Ucraina ad opera di NATO e Fondo Monetario Internazionale.

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A Lugano imperversa il dibattito sull’opportunità o meno di organizzare il summit per la ricostruzione dell’Ucraina agendato per inizio luglio.

Il coordinatore della Gioventù Comunista, Luca Frei, ha rilasciato la seguente nota:

“In queste settimane si sta parlando molto della conferenza sull’Ucraina e sulla sua ricostruzione che si terrà a luglio a Lugano. A questo evento potrebbe addirittura partecipare il presidente Zelensky, che nel suo Paese tollera i neonazisti e ha messo totalmente al bando l’opposizione (proseguendo dunque la repressione iniziata con il colpo di stato di Euromaidan nel 2014 e che ha visto la messa al bando del Partito Comunista dell’Ucraina).

“Insomma, Zelensky non è affatto il liberale paladino della democrazia che viene descritto ed esaltato nei nostri media e da alcune fazioni politiche nostrane. Ovviamente, ribadiamo la nostra piena opposizione a questo rappresentante della destra più becera. Allo stesso momento, ci teniamo a sottolineare che non è così che si promuove la pace.

“La Svizzera, invece di continuare a minare la propria neutralità, dovrebbe rendersi promotrice del dialogo, come ad esempio ha già fatto più volte in passato. A questa conferenza, però, la controparte russa non viene minimamente presa in considerazione e la presenza del reazionario Zelensky, con tutti i problemi di sicurezza che ne conseguono, è dunque a nostro avviso ingiustificata. Zelensky a Lugano? Non così! Sì a una vera promozione del dialogo!”

Interpellato dal “Mattino della domenica” il nostro compagno Edoardo Cappelletti, consigliere comunale di Lugano per il Partito Comunista ha così risposto:

“Nell’attuale contesto la Conferenza rappresenta un evento fondamentalmente unilaterale e prematuro, che si pone in controtendenza alla ricerca di una soluzione negoziata e rispettosa dei diversi interessi in gioco nel conflitto ancora in corso. All’appuntamento è prevista infatti unicamente la partecipazione dell’Ucraina e del fronte euro-atlantico, nella veste oltretutto di organizzazioni militari e finanziarie profondamente contestabili come la NATO e il FMI.

“Ritengo dunque inopportuno e sconveniente che tale ‘summit’ venga ospitato da un Paese neutrale come la Svizzera, che dovrebbe impegnarsi piuttosto a promuovere una risoluzione della controversia nell’ambito di un clima paritario, di dialogo e di reciproca considerazione. Ciò senza comunque contare che lo stesso processo di ricostruzione prospettato non sembra svincolarsi dalle politiche neoliberiste che hanno già danneggiato molti Stati dell’Est-Europa.

“La Svizzera avrebbe dovuto insomma rinunciare a sostenere l’organizzazione e lo spirito di una conferenza come quella prevista. Ben diversamente, avrebbe dovuto quindi valorizzare la propria neutralità nell’ottica di dare un contributo attivo a favore della pace e della distensione.”


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