Si è svolto questa mattina un seminario sull’innovazione del marxismo in Cina, Italia e Svizzera: una iniziativa molto particolare voluta dall’Istituto di Marxismo dell’Accademia cinese delle scienze sociale (CASS) dedicata espressamente ai due paesi europei citati, a cui hanno partecipato anche le missioni diplomatiche a Berna e a Roma. L’ambasciatore cinese in Svizzera Wang Shiting ha portato un saluto in cui ha espresso apprezzamenti per il lavoro del nostro Partito nel lavoro a favore dell’amicizia fra il popolo svizzero e quello cinese.
Al particolare evento sono stati invitati per la Svizzera solamente il Partito Comunista rappresentato da Massimiliano Ay, segretario politico; Alberto Togni, membro della Direzione e Davide Rossi, presidente della Commissione di controllo. Per la parte italiana erano presenti invece quattro organizzazioni: per il Partito Comunista (Italia) hanno preso la parola il segretario Marco Rizzo e Alberto Lombardo, responsabile esteri; per il Partito Comunista Italiano (PCI) ha preso la parola il segretario Mauro Alboresi; per il Partito della Rifondazione Comunista è intervenuto il segretario Maurizio Acerbo e per l’Associazione politico-culturale Marx21 erano presenti Francesco Maringiò, Vladimiro Giacché e Marco Pondrelli.
Il compagno Zen Zhanmin, vicepresidente della CASS e dirigente del Partito Comunista Cinese ha aperto l’evento invitando a costruire una piattaforma di regolare scambio con l’Italia e la Svizzera con fini di reciproca conoscenza ma anche per scambiarci esperienze e analisi per una migliore comprensione dei fenomeni sociali sul piano globale. Sono di seguito intervenuti numerosi insegnanti e ricercatori della CASS con specializzazione in ambito ideologico. Fra questi il professor Chen Zhigang ha spiegato il pensiero del presidente Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinese per la nuova èra in particolare evidenziando come prosperità comune non possa ancora significare egualitarismo. Dal canto suo la professoressa Yang Jing ha insistito sull’importanza di impostare dei “semafori” per regolare lo sviluppo del capitale all’interno di una moderna società socialista citando il caso di Ali Baba.
Vi sono stati anche momenti di informazione puntuale sull’attualità cinese: la questione della lotta alla povertà soprattutto nelle aree rurali della Cina è stata ad esempio affrontata dalla professoressa Peng Haihong mentre altri due docenti si sono soffermati sulla politica delle nazionalità e sulla lotta contro la corruzione interna al Partito Comunista Cinese (PCC).
Fra le relazioni degli ospiti europei quelle del nostro Partito sono state particolarmente apprezzate: il compagno Davide Rossi ha invitato a prestare attenzione all’uso volutamente sbagliato che gli accademici e politici imperialisti fanno del concetto di “multilateralismo” per contrapporlo di fatto a “multipolarismo” che è invece l’orizzonte cui come marxisti del 21° secolo dobbiamo tendere e ha quindi sottolineato come tutto oggi – anche a sinistra – si divida su questa cesura che è economica e culturale oltre che geopolitica. Il compagno Massimiliano Ay ha dal canto suo affrontato una questione più delicata come l’importanza di insistere sulla sovrastruttura ideologica per costruire un partito d’avanguardia con militanti capaci che non si facciano corrompere, ma ha insistito anche sulla necessità di uscire dagli schemi e provare – come peraltro fa lo stesso PCC – a parlare a chi non è di sinistra sulla base della contraddizioni reali della nuova epoca in cui siamo entrati che vede il sistema liberal-atlantico cozzare contro il multipolarismo.