L’ex-regia federale della Posta dopo aver smantellato gli uffici postali e aver drasticamente indebolito e peggiorato la qualità del servizio pubblico nel nostro Paese, ora apre una società affiliata in Portogallo per esternalizzare parte del servizio informatico. Il motivo sarebbe la carenza di personale qualificato in Svizzera.
Il Partito Comunista contesta questa prassi di delocalizzazione nell’UE di impieghi ad alto valore aggiunto ed esige dal Consiglio federale che intervenga sui manager “svendipatria” che (anche con la tessera socialdemocratica) controllano la Posta: è inaccettabile che un’azienda che – nonostante tutto – resta pubblica, si metta ora a esternalizzare posti di lavoro, per di più all’estero, mettendo di fatto in concorrenza fra loro i lavoratori.
Risulta ben poco credibile che le università svizzere non siano nelle condizioni di formare degli informatici e, anche se ciò fosse vero, un’azienda di servizio pubblico anticipa queste carenze investendo nella formazione: troppo facile esternalizzare nell’UE indebolendo così il nostro mercato del lavoro! I manager di un’azienda che resta di proprietà della Confederazione devono agire non come se ne fossero i padroni, ma nel solo interesse dell’economia nazionale e dunque della collettività! Se non ottemperano questo mandato, vanno sostituiti!
Il Partito Comunista invita da ultimo anche i sindacati a evitare troppa accondiscendenza verso queste prassi manageriali vergognose che costituiscono un precedente pericoloso per la stessa tenuta della contrattazione sindacale e che saranno usate come scusa per delocalizzare altre aziende a svantaggio del tessuto economico svizzero. Occorre finalmente tornare a tematizzare il ripristino della regia federale della Posta!