Nei giorni scorsi si è svolto presso l’Ambasciata della Repubblica di Cuba a Berna un intenso e cordiale colloquio fra il compagno Massimiliano Ay, segretario politico del nostro Partito e la compagna Mayra Ruiz García, ambasciatrice cubana in Svizzera. Al nostro segretario è stato chiesto di recarsi all’Avana su invito ufficiale, ma impegni politici in Ticino e l’incombere della campagna elettorale hanno reso preferibile rinunciarvi.
Il nostro Partito gode di sempre più prestigio internazionale per il suo impegno a favore del multipolarismo, della cooperazione e della diplomazia informale da popolo a popolo. Con l’ambasciatrice cubana abbiamo discusso della drammatica situazione internazionale con il rischio di una terza guerra mondiale a causa dell’espansionismo della NATO, ma anche delle relazioni ufficiali e commerciali fra Cuba e Svizzera e del gravissimo embargo economico e finanziario imposto dagli USA per strangolare l’isola, ecc. Il tema delle relazioni fra Svizzera e Unione Europea è pure stato affrontato spiegando come per il nostro Partito le illusioni che alcuni, a sinistra, ripongono nell’UE siamo ormai del tutto ingiustificate.
Anche il nuovo codice del diritto di famiglia, appena approvato in votazione dal popolo cubano, è stato oggetto di disamina. Abbiamo constatato quanto esso sia frutto di un’ampia consultazione popolare con migliaia di emendamenti proposti dal basso a dimostrazione di una dinamica democrazia socialista (al di là di quanto si sente dire sui nostri media). Pur esprimendo soddisfazione per il diritto al matrimonio fra persone del medesimo sesso – che rende Cuba un faro nella lotta contro le discriminazioni omofobe – con il nostro consueto senso critico abbiamo nel contempo espresso una preoccupazione per l’autorizzazione concessa dalla nuova legge alla maternità surrogata: la pratica di quello che in Occidente viene chiamato spesso “utero in affitto” nasconde infatti insidie di tipo classiste che possono provocare un mercato per sfruttare il corpo delle donne più in difficoltà. Il nostro rappresentante ha fatto presente all’ambasciatrice le perplessità e i rischi legati a questa pratica. La diplomatica ne ha preso nota ma ha garantito che il PCC e il legislatore cubano hanno già previsto numerosi paletti e attueranno misure molto severe per evitare queste pratiche che in una società socialista non saranno tollerate: in modo particolare si vieterà qualsiasi tipo di compenso.