Corsi per adulti: si va verso uno smantellamento programmato del servizio?

INTERROGAZIONE

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I corsi per adulti rappresentano nel nostro Cantone una parte importante delle formazioni professionalizzanti e di svago per le e i ticinesi: un servizio accessibile che garantisce passaggi di conoscenza validi e momenti di formazione gratificanti che spesso fomentano la costruzione di reti sociali di qualità per chi ne prende parte.

Ultimamente però, in particolare con il passaggio di gestione all’Istituto della Formazione Continua, alcuni cambiamenti stanno facendo emergere delle problematicità che non vorremmo fossero da interpretare come preludio di un progressivo smantellamento del servizio medesimo: cambi di direzione e di personale, comunicazione interna ritenuta fallace, problemi dei sistemi informatici e precaria gestione delle iscrizioni vanno ad aggiungersi a situazioni strutturali già di per sé non ottimali. I corsi infatti basano la loro esistenza sul pagamento del servizio reso dai docenti messisi a disposizione e, quando la mole di ore è consistente, indirettamente si potrebbe fomentare una forma di lavoro precario e con scarso riconoscimento.

Segnaliamo in aggiunta che:
• dal mese di ottobre i salari sono stati decurtati senza preavviso e attraverso un’e-mail elaborata in termini non proprio formali (vedi allegato);
• non è stato riconosciuto il rincaro al salario sull’inflazione nell’anno corrente
• durante il periodo di lockdown solo il 70% del salario dei docenti è stato riconosciuto (in relazione al 100% dei docenti assunti dal Cantone)
• è previsto il recupero delle ore di assenza per malattia

A nostro parere risultano inoltre non ottimali nemmeno le retribuzioni riconosciute alle figure di animatrici e animatori regionali, responsabili della gestione e organizzazione dei corsi nei diversi distretti del Cantone. Queste figure professionali percepiscono infatti una retribuzione unicamente qualora il corso abbia inizio e dunque tutto il lavoro di promozione delle attività e di organizzazione di quei corsi che, spesso per mancanza di iscritti, non hanno inizio non viene riconosciuto né retribuito.

In base a queste considerazioni porgiamo le seguenti domande:

1. A quanto ammonta il numero di iscritti ai Corsi per adulti anno per anno nell’ultimo decennio? Quanti sono i corsi che vengono aperti ogni anno? Quante le ore di lezioni offerte?

2. Quale strategia si prevede nel medio-lungo termine per i Corsi per adulti e, soprattutto, si ha l’intenzione di mantenerlo? È previsto un maggiore riconoscimento delle figure professionali che gravitano intorno a tale servizio?

3. Il Consiglio di Stato è al corrente delle problematiche organizzative di cui abbiamo fatto cenno? Se sì sono stati attuati dei provvedimenti per migliorare la situazione? Quali?

4. A quanto ammontano le ore retribuite alle animatrici e agli animatori territoriali? Quale percentuale dei corsi proposti hanno poi effettivamente inizio?

5. Dato che il maggior numero di ore-corso sono afferenti a corsi di lingua o ad altre attività legate (direttamente o indirettamente) alla formazione professionale, non pensa il Consiglio di Stato che sia il caso di professionalizzarle maggiormente e assumere alle dipendenze dell’Amministrazione cantonale chi li offre?

6. È corretta l’informazione secondo la quale è previsto un rincaro dei prezzi per ora lezione per gli iscritti? Se sì, di quanto (percentualmente)?

Massimiliano Ay e Lea Ferrari (PC-POP)

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