Come spieghiamo da tempo siamo entrati in una nuova epoca storica caratterizzata dalla transizione al multipolarismo, che spingerà una dopo l’altra le nazioni ancora oggi oppresse dal colonialismo a ribellarsi per la propria indipendenza.
Nel caso particolare la Palestina ha subito finora 75 anni di brutale occupazione da parte del regime israeliano, che viola i diritti umani, pratica forme di pulizia etnica e discriminazione razziale. Solo nell’ultima settimana i sionisti hanno ucciso tre ragazzi palestinesi, hanno compiuto continue devastazioni in luoghi sacri e invaso villaggi con violenza contro i civili arabi.
Occorre essere consapevoli che una pace vera e duratura sarà possibile solo sulla base del riconoscimento del diritto del popolo palestinese a costruire il proprio Stato nella Palestina storica: si tratta di una lotta di liberazione nazionale con cui il Partito Comunista solidarizza.
Continuare per contro a sostenere le posizioni dell’occupante sionista significa soffiare sul fuoco, come peraltro lascia presagire lo stato di guerra anti-arabo dichiarato dal regime di Tel Aviv (sostenuto dagli USA e dall’UE), che da sempre caldeggia di estendere il conflitto anche all’Iran.
Ancora di più di fronte a questo scenario, la Confederazione dovrebbe quindi tenersi stretta la sua neutralità evitando di schierarsi acriticamente e per partito preso con gli USA e Israele, e al contrario offrire i suoi buoni uffici per mediare affinché l’entità sionista rispetti le risoluzioni dell’ONU, rinunci al blocco di Gaza e si ritiri dai territori occupati.