Deploriamo che un ex-consigliere federale si esponga pubblicamente con vere e proprie provocazioni belliciste. Le recenti dichiarazioni dell’ex-presidente della Confederazione Kaspar Villiger secondo cui il governo russo potrebbe attaccare due infrastrutture strategiche sul territorio svizzero sono semplicemente irresponsabili: esse gettano benzina sul fuoco e creano allarme nella popolazione per influenzarla a favore dell’abbandono della neutralità e di una forsennata e costosissima corsa al riarmo agli ordini della NATO.
Lasciare intendere – senza ovviamente fornire la benché minima prova – che Putin bombarderà sia la “Stella di Laufenburg” (la sottostazione della rete elettrica europea che si trova nel Canton Argovia) sia il centro di calcolo del protocollo bancario SWIFT a Diessenhofen nel Canton Turgovia, significa procurare allarme nella popolazione e, di fatto, prepararla a futuri attentati terroristici. È semplicemente vergognoso che un ex-consigliere federale si diletti a fomentare una strategia della tensione in un contesto geopolitico già abbastanza delicato.
Con questa dichiarazione egli giustifica tagli nella formazione, nelle pensioni e nella sanità per drenare miliardi all’esercito che ovviamente nei piani di Villiger e del suo Partito deve abbandonare la neutralità e integrarsi maggiormente alla NATO, cioè imbarcarsi in avventure di guerra all’estero. Il modo migliore per legittimare questa prospettiva è sfruttare la propria immagine di ex-presidente della Confederazione (presuntamente “competente” in questioni di sicurezza nazionale) per ipotizzare attentati sul territorio nazionale e accusare fin da subito un governo straniero (oggi quello russo, domani quello cinese, ecc.).
Tolto dalla naftalina dopo anni, Kaspar Villiger risponde da sempre a interessi di classe diversi da quelli dei lavoratori e della nazione stessa: esponente del grande capitale globalizzato, dopo l’esperienza in governo ha assunto ruoli dirigenziali sia in alcune multinazionali legatissime ai mercati UE e USA sia nell’ONG “Global Leadership Foundation” che prepara i giovani politici atlantisti rampanti.
Il Partito Comunista è consapevole che forme di propaganda guerrafondaia di questo genere continueranno nei prossimi mesi. Occorre quindi mobilitarsi a favore della neutralità integrale del Paese, contro l’Accordo quadro fra Svizzera e Unione Europea e organizzarsi in modo trasversale intorno a due priorità: NO UE – NO NATO!