Lo scorso 9 febbraio 2014 il popolo svizzero in votazione ha messo in discussione gli accordi bilaterali con l’Unione Europea, accettando una legge che limita la libera circolazione delle persone e l’immigrazione.
E’ stata una scelta che abbiamo contrastato, ma purtroppo ora la situazione è questa. Il Partito Comunista vuole cercare uno sbocco politico ed evitare l’isolazionismo.
Bisogna assolutamente introdurre al più presto diritti sociali e salariali a favore dei lavoratori e impedire le delocalizzazione dei siti produttivi. Nel contempo occorre riconvertire la nostra economia verso settori ad altissimo valore aggiunto che sia competitiva sul piano globale.
La Svizzera non può chiudersi su se stessa: occorre favorire ora nel modo più esplicito possibile la cooperazione internazionale di tipo win-win! Berna si apra quindi a partnership strategiche con i paesi dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) – in primis Russia e Cina – e cercando di limitare i danni economici con l’UE.
La soluzione non è insomma la chiusura, ma lo sviluppo di relazioni di cooperazione nel contesto del multipolarismo che rifiutino le prassi neo-coloniali. Questa cooperazione è già iniziata – ad esempio con l’accordo di libero scambio con Pechino – ma oggi più che mai essa va curata, poiché con l’iniziativa isolazionista si rischia di far fare al nostro Paese grossi passi indietro.