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Che l’AVS stesse meglio del previsto i sindacati e il nostro Partito, che si sono sempre opposti alle misure di risparmio ai danni dei pensionati e all’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, lo avevano sempre detto. Ora arriva la conferma, con l’ammissione di un errore di calcolo da parte dell’Ufficio federale delle assicurazioni (UFAS). Stiamo parlando di cifre enormi: si sono infatti stimati costi superiori di ben 4 miliardi di franchi!

L’inchiesta amministrativa annunciata dal Consiglio Federale è quindi il minimo che si possa fare: da questi errori derivano infatti pesantissime decisioni politiche che non solo intaccano il potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati, ma manipolano fortemente l’opinione pubblica che – convinta dalla continua retorica emergenziale e dall’allarmismo finanziario – accetta sacrifici inutili, a tutto vantaggio dei partiti borghesi e del padronato che spingono continuamente per ridurre le rendite e farci lavorare sempre di più.

In realtà il finanziamento a lungo termine dell’AVS è molto più solido di quello che il governo e la maggioranza del parlamento aveva fatto credere! Questo, a casa nostra, si chiama: ingannare il popolo! Non solo occorre ora valutare i margini giuridici per contestare la risicata votazione sulla controriforma di AVS 21, visto che la popolazione ha votato sulla base di informazioni false, ma soprattutto occorre bloccare immediatamente i piani di smantellamento delle pensioni e di innalzamento dell’età pensionabile, a partire dal progetto di riforma dell’AVS. Il finanziamento della 13a rendita AVS dovrà inoltre essere concepito in termini vantaggiosi per i lavoratori.

Un problema è qui anche però il pressapochismo che si sta impadronendo del Paese e dell’incompetenza di troppi alti funzionari: la stabilità della Svizzera è dovuta anche all’affidabilità della sua amministrazione e dei suoi servizi. Se la fiducia della popolazione nei confronti delle istituzioni pubbliche verrà meno, cadrà anche l’armonia sociale, aprendo le porte a dinamiche pericolose, orientate a un sempre più diffuso egoismo e a forme di privatizzazione dei servizi pubblici che è esattamente il piano neoliberale di chi governa il Paese.

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