L’iniziativa sulla biodiversità è contro la sovranità alimentare ed energetica!

Indicazioni di voto per il 22 settembre 2024

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Il prossimo 22 settembre 2024 il popolo svizzero sarà chiamato a votare l’iniziativa popolare “Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio”, meglio nota come “Iniziativa sulla biodiversità”. Più che alla “biodiversità” questa proposta – tanto risulta banalmente declamatoria – avrebbe però dovuto appellarsi al … “giardinaggio” o, appunto al “paesaggio”, certo non alla biodiversità agricola che anche noi sosteniamo!

Si tratta dell’ennesima proposta dal titolo ingannevole, eccessivamente idealista, sostenuta con foga da quella parte del movimento ecologista che ha ormai sviluppato quasi un’avversione di principio nei confronti dei lavoratori agricoli e delle loro condizioni di vita e produzione. Non sarà un caso se persino il sindacato contadino “Uniterre” (di sentimenti progressisti e non sospetto di simpatie di destra) non se la sia sentita di approvarla, preferendo lasciare libertà di voto ai propri affiliati.

Va ammesso che i propositi indicati dall’iniziativa sono in gran parte già oggi tutelati dalla legge. Se però applicati così come auspicato dagli iniziativisti rischierebbero di ridurre ulteriormente l’auto-approvvigionamento nazionale in quanto vincolerebbero la produzione agro-alimentare svizzera a criteri ecologici esagerati che ostacolerebbero sostanzialmente la produttività. Nonostante quindi il nome altisonante, il Partito Comunista è convinto dell’impatto eccessivo che questa iniziativa avrà sul settore primario. Essa metterà infatti a repentaglio due obiettivi prioritari che andrebbero invece perseguiti con più forza: la sovranità alimentare e la sovranità energetica della Svizzera!

L’iniziativa, infatti, imporrebbe vincoli su aree così estese del Paese da rendere difficoltosa la produzione di energia sostenibile indigena, compromettendo così pure l’auto-approvvigionamento energetico della Confederazione. Si tratta insomma, perlomeno indirettamente, di un assist a chi vorrebbe una maggiore dipendenza della Svizzera dal mercato elettrico europeo e dunque alla sua liberalizzazione. Occorre invece frenare questa continua dipendenza dall’estero!

Consideriamo infine problematico il prospettato “blocco edilizio” nelle zone rurali, dove è peraltro già oggi piuttosto restrittivo edificare: ripercussioni negative sui lavori di costruzione di nuove serre o di ampliamento delle stalle per migliorare le condizioni di detenzione degli animali sono infatti realistiche. Non mancherebbero difficoltà anche nell’edificare, ad esempio, abitazioni per i contadini, la cui prossimità col luogo di lavoro è invece auspicabile.

Per tutti questi motivi, coerenti con le nostre precedenti prese di posizioni che ci attestano quale unica forza politica della sinistra svizzera schierata decisamente con i contadini e gli allevatori, che col loro lavoro garantiscono la nostra sovranità alimentare, il Partito Comunista vota NO all’ingannevole “Iniziativa Biodiversità”.

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