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Lo scorso fine settimana il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha tenuto per il nono anno consecutivo il suo “campeggio” estivo di formazione. I ragazzi si sono confrontati con temi quali il precariato e la flessibilità nel mondo del lavoro (con il compagno Simone Romeo) e i modelli di militanza all’epoca dei social network (con il compagno Zeno Casella), ecc.

Il compagno Massimiliano Ay ha invece tenuto un corso sui diritti (negati) dei coscritti durante il servizio militare. Non perché ci si illuda che si possano democratizzare le forze armate, tutt’altro: si tratta piuttosto di ribadire con forza che il posto dei giovani progressisti nel nostro paese è altrove, ad esempio nel servizio civile sostitutivo, ma di certo non intruppati sotto gli ordini di un apparato di controllo sociale.

Oggi soprattutto, dove anche a sinistra e nel sindacalismo c’è una certa confusione e poca conoscenza della tradizione del movimento operaio, bisogna tornare a dare priorità alla formazione politica dei compagni su questi aspetti:

  1. il ruolo di classe, anti-operaio e filo-atlantico dell’esercito svizzero;
  2. l’importanza strategica oggi del movimento per la pace e dell’anti-imperialismo per garantire la neutralità svizzera e lo sviluppo di una geopolitica multipolare;
  3. i diritti democratici dei giovani coscritti nelle caserme e negli istituti di impiego come piccola ma utile esperienza di lotta sindacale e di coscienza critica.

Senza la consapevolezza di questi tre punti vediamo difficile che la sinistra possa riacquisire una propria indipendenza dagli schemi culturali oggi egemoni.

Salutiamo positivamente la decisione del SISA di riaprire uno sportello di consulenza per i giovani coscritti che vogliono fare valere i propri diritti e vogliono smettere l’addestramento militare per contribuire in modo diverso alla collettività.

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